Annunciato tre mesi fa dai vertici del colosso Nsg Pilkington, i lavoratori dell’azienda ma anche i colleghi di Bravo e Primo aspettano notizie sul futuro della fabbrica abruzzese per l’avvio del progetto di ristrutturazione e trasformazione a livello mondiale di tutto il gruppo.
A fine marzo con la fine dell’anno finanziario, il quadro dovrebbe essere più chiaro. Nel frattempo pare che fra qualche settimana sarà necessario qualche altro giorno di cassa integrazione. L’andamento generale della produzione e la gestione inevitabilmente sono state nell’ultimo anno influenzate dallo stato pandemico.
Per colpa del Covid-19 i risultati economici non sono stati entusiasmanti. L’azienda ha evidenziato il peso negativo del primo trimestre 2020 per via della chiusura degli impianti a causa lockdown e il conseguente calo delle vendite in Europa. A fronte dell’evoluzione dei mercati il colosso industriale ha annunciato il progetto di trasformazione che, a livello mondiale, coinvolgerà tutto il gruppo, 27mila lavoratori distribuiti in 30 aziende.
I sindacati per il momento tacciono ma non negano di essere preoccupati. A fine anno hanno chiesto all’azienda di mettere in campo tutti gli strumenti messi a disposizione dal governo e dalla Regione in tema di politiche attive del lavoro anche attraverso il Fondo nuove competenze. Questo per rendere il sito di San Salvo sempre più competitivo e salvaguardare il lavoro e i livelli occupazionali del territorio. Al momento tuttavia dalla Nsg non arrivano notizie sul budget e sul futuro.
Paola Calvano