“Da regione ‘Covid free’ a territorio con la più alta percentuale, in Italia, di contagi e morti a causa della pandemia”, un “cambio di passo così veloce e radicale che può sorprendere solo chi non ha voluto riflettere sullo stato della sanità molisana, ponendovi per tempo rimedio”.
È uno dei passaggi di una nota congiunta di 12 organizzazioni del partenariato regionale che pongono l’accento “sul risultato, purtroppo atteso, conseguenza della superficialità, mancanza di umiltà e senso di responsabilità, incompetenza a trattare argomenti così complessi che ha contraddistinto l’azione di quanti hanno gestito un fenomeno straordinario come una pandemia nella situazione di inadeguatezza strutturale atavica in cui versa la sanità in Molise”.
Firmano il documento Cgil Abruzzo Molise, Cisl Abruzzo Molise, Uil Molise, Confindustria Molise, Casartigiani Molise, Confcommercio Molise, Cna Molise, Confartigianato Molise, Claai Ura Molise, Cia Molise, Coldiretti Molise, Legambiente Molise.
“Oggi paghiamo – scrivono – le scelte operate nella sanità nell’ultimo ventennio in una competenza assegnata alle Regioni. Scelte politiche che non hanno guardato al bene comune, ma troppo spesso a interessi particolari o scelte meramente tecnicistiche di chi, al posto di una vera riorganizzazione, ha deciso di effettuare tagli lineari ai servizi che non sono serviti neppure a risanare i bilanci”.
La pandemia, dunque, “ha scoperchiato una pentola di inefficienze e inadeguatezze tipiche del nostro regionalismo all’italiana, evidenziandone limiti e criticità. Un regionalismo che ha accentuato il divario tra Nord e Sud del Paese costringendo i cittadini a essere trattati in maniera diversa rispetto a diritti universali costituzionalmente garantiti come la tutela della salute pubblica”. (ANSA).