Appurare lo stato delle indagini, i tempi previsti e quando sarà possibile la riapertura almeno degli uffici amministrativi della Esplodenti Sabino e dei siti non interessati all’esplosione. E’ questo quanto hanno annunciato gli assessori regionali Daniele D’Amario e Pietro Quaresimale ai rappresentanti sindacali della Esplodenti Sabino nel corso del summit che si è tenuto in via remoto.
I rappresentanti della Regione cercheranno di parlare con i magistrati entro lunedì implorando una accelerazione delle indagini. Questo per dare modo a 80 dipendenti della polveriera di Casalbordino di tornare a lavorare e a percepire lo stipendio. L’inps ha infatti ribadito che non è riconosciuta la cassa integrazione se l’azienda è ferma per un incidente e non per crisi. Da un mese 80 lavoratori non ricevono più alcun emolumento. Sindaci e sindacati si schierano dalla loro parte.
Le indagini partite subito dopo la tragedia sono ancora in corso, ma il più è stato fatto. I carabinieri della Compagnia di Ortona che indagano sulla vicenda hanno ascoltato 72 testimonianze. Il perito nominato dalla Procura ha compiuto un sopralluogo nella fabbrica sotto sequestro.
Il compito di analizzare i tamponi repertati sul luogo dell’esplosione è stato affidato ai Ris di Roma e i risultati dell’esame autoptico sono attesi a giorni. I lavoratori chiedono di poter tornare a lavorare non appena le perizie saranno ultimate. Senza il ripristino della licenza e permanendo il sequestro degli uffici amministrativi, il titolare della Esplodenti, Gianluca Salvatore non può neppure redigere i rapporti dei lavori ultimati e fare le fatture per poi riscuotere. Rischiano di saltare anche importanti progetti in cantiere.
Paola Calvano