Peppino Tagliente del Comitato “Io sto con l’ospedale” scrive al Direttore Generale della Asl e per conoscenza anche all’assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì in merito i vaccini.
“C’è da rimanere di stucco nell’apprendere, per ammissione della stessa direzione generale della Asl alla quale diamo atto di grande onestà intellettuale, che “le dosi di Pfizer e Moderna sono assolutamente insufficienti a soddisfare le esigenze di un territorio come la provincia di Chieti, “dove al momento le dosi sono state somministrate a 5.300 anziani, a fronte dei 20.215 che ne hanno fatto richiesta attraverso la piattaforma regionale”.
Ancor più di stucco, se si considera che sono state preferiti ad essi categorie di lavoratori non impiegati nel mondo della Sanità e della Sicurezza che forse potevano tranquillamente aspettare il loro turno; ancor più, se si considera che rimangono oltretutto ancora nel limbo degli appesi (come caciocavalli, avrebbe detto Benedetto Croce) le cosiddette categorie a rischio, cioè le persone con patologie importanti che in caso di contagio potrebbero venir meno.
Insomma, fa specie che tra le 30mila persone sinora vaccinate per intero od a metà in provincia di Chieti ( un numero che non rappresenta per la verità un record !) le parti più deboli della società restino le più esposte agli effetti letali del virus, anzi le più direttamente colpite, a giudicare dai quotidiani bollettini della Regione Abruzzo. In questo contesto, già di per sé seccante, suscita inoltre sconcerto l’aver appreso che le operazioni vaccinali registrano nel comprensorio del Vastese un “andamento lento”, purtroppo molto, ma molto lento.
Ci piacerebbe conoscerne le ragioni, almeno per sapere quando toccherà a questo comprensorio l’avvio di una diffusa (ed equa) distribuzione dei vaccini. In egual misura ci piacerebbe conoscere se nel frattempo si siano approntate le misure necessarie anche dal punto di vista strutturale per la campagna vaccinale di massa. Se per ragioni che non ci sono sufficientemente chiare si registrano tempi di attesa ancora lunghi, almeno si utilizzi questo ritardo per approntare quanto di meglio possa consentire appena possibile la velocizzazione delle operazioni vaccinali su larga scala.
L’utilizzo, ad esempio, della palazzina degli uffici della Direzione sanitaria presso il San Pio non ha dato visibilmente buoni risultati nelle giornate dedicate alle vaccinazioni di alcune specifiche categorie. Se ne prenda atto e ci si attivi di conseguenza allestendo il centro delle attività vaccinali in locali più idonei e spaziosi come il Palazzetto dello Sport o magari nella palestra Don Bosco in via Santa Caterina da Siena”.