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A San Salvo la preghiera per le famiglie che vivono qualsiasi forma di povertà

Ieri 15 marzo, le parrocchie di San Salvo, hanno pregato per le famiglie che si trovano a vivere qualsiasi forma di povertà.

La giornata è collocata nella settimana che va dal 14 al 21 marzo e che i parroci Don Raimondo Artese e don Beniamino Di Renzo hanno voluto dedicare alla preghiera per la famiglia.

Quante povertà si trovano a vivere le famiglie di oggi, povertà che possono far percepire la sensazione del “senza una via d’uscita”. Eppure Dio si incarna in ogni situazione e lo fa perché, in suo figlio Gesù ha vissuto tutto ciò che vive l’uomo nella carne. L’enciclica “Fratelli tutti” di papa Francesco ci invita a diventare prossimi delle famiglie che vivono accanto a noi e con un atteggiamento del “chi patisce con”.

“Signore, vogliamo affidarti tutte le famiglie che vivono in condizione di povertà perché private della dignità del lavoro o della casa; le tante famiglie di fratelli e sorelle migranti, costrette a lasciare la propria terra d’origine e spesso a separarsi; le famiglie che vivono l’isolamento relazionale, la povertà educativa e spirituale.

Tu, che con Giuseppe e Maria, hai conosciuto la precarietà, l’essere bisognoso e straniero, fa’che non manchi mai loro la certezza della Tua presenza e rendi le nostre comunità luoghi in cui si manifesti il Tuo Amore tenero e provvidente attraverso un’accoglienza concreta, una condivisione fraterna, una carità operosa.”

Questa preghiera è stata preparata da una coppia della parrocchia di san Nicola che si occupa di pastorale familiare ed è stata letta in tutte le celebrazioni parrocchiali.

Nella parrocchia di San Giuseppe, don Raimondo insieme a delle coppie tutor, ha incontrato alcuni genitori per attualizzare il messaggio di san Giuseppe e della santa famiglia in questo tempo così particolare. Stimolati dalle domande delle coppie testimoni e del parroco, l’incontro si è rivelato un bel momento di condivisione.

La scelta di dedicare questo giorno alla preghiera per le famiglie che vivono qualsiasi forma di povertà è in comunione con Santa Madre Chiesa che il 15 marzo ricorda santa Luisa de Marillac, che, sebbene nata il 12 agosto 1591, è una santa d’oggi e per oggi.Proveniente da famiglia agiata, a ventidue anni, rimasta orfana, sposa Antonio Le Gras, uomo onesto e credente e alla fine dello stesso anno diviene anche madre. Nel suo cammino incontra uomini che furono luminari nella sua epoca, come S. Francesco di Sales. Rimasta vedova nel 1625 si donaalla carità verso i poveri.

Per opera di lei e per iniziativa di S. Vincenzo de’ Paoli sorge la Congregazione delle Figlie della Carità. La regola ispiratrice fu: «Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della città o le sale degli ospedali, per clausura l’obbedienza, per cancello il timor di Dio, per velo la santa modestia». Idee queste del tutto rivoluzionarie in quell’epoca. Nel 1600 non era normale vedere delle suore che andavano in giro ad aiutare chi aveva bisogno. E per questo erano spesso oggetto di calunni e pettegolezzi.

Passando gli anni le opere si moltiplicano: l’assistenza ai vecchi, piccole scuole, ricoveri ai ragazzi senza tetto e il difficile apostolato fra i galeotti.La caratteristica dell’opera della Santa è stata: una solida e profonda pietà fondata sulla preghiera costante e viva, e una carità ardente, che spinge all’azione, all’apostolato, a darsi a tutti per l’amore di Dio.Nel febbraio del 1660 Luisa s’ammalò per non rialzarsi più.Le figlie della Carità sono presenti anche a Chieti.

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