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Esplodenti Sabino, sit-in davanti al Tribunale

Dopo il sit in di giovedì mattina davanti ai cancelli della Esplodenti Sabino di Casalbordino, gli 80 dipendenti non si arrendono ed hanno deciso di replicare la protesta e questa volta formeranno un serpente umano risettando il distanziamento sociale, davanti al palazzo di giustizia di via Bachelet a Vasto.

Noi continuiamo a sperare che la Procura ci aiuterà”, dicono i lavoratori. “Noi non chiediamo un’accelerazione delle indagini. Al contrario. E’ giusto che le indagini vadano avanti e arrivino a scoprire cosa è accaduto il 21 dicembre e cosa ha provocato l’esplosione che ha ucciso i nostri colleghi. Il nostro lavoro però è un’altra cosa. Chiediamo di lavorare in luoghi distanti dal punto in cui è avvenuta l’esplosione. Insieme a noi lo chiedono i nostri figli. Nessuno di noi ha colpe per quello che è accaduto. Vorremmo poter spiegare al procuratore la nostra situazione. Siamo disperati”, concludono gli operai.

I sindacati a nome dei lavoratori tornano quindi a chiedere il dissequestro parziale dell’azienda e l’annullamento della sospensione della licenza al titolare decisa il 24 dicembre dalla prefettura. Senza la licenza è tutto bloccato.

La vicenda certamente è delicata: da un lato c’è morte di tre lavoratori che chiede giustizia, dall’altro il bisogno di lavorare dei colleghi. Non è facile il compito di chi è chiamato a decidere.

Paola Calvano

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