Gestione illecita di rifiuti: è questo il reato contestato al titolare di una impresa edile di Casalbordino dai militari del Nucleo investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e forestale diretti dal tenente colonnello Marco Santilli che con i colleghi della Stazione carabinieri forestale di Vasto hanno sequestrato ieri a Casalbordino stazione, un’area di circa due ettari, in cui venivano raccolti e trattati rifiuti inerti in assenza della prescritta autorizzazione.
Il titolare aveva presentato un progetto alla Regione ma non aveva ancora ultimato i lavori a tutela dell’ambiente.
L’area sequestrata non era infatti stata impermeabilizzata e le acque piovane non venivano fatte convogliare in appositi canali.
“Il valore dei beni sequestrati”, spiega il tenente colonnello Tiziana Altea, comandante provinciale del Gruppo carabinieri forestali, “può essere stimato in circa 250mila. All’indagato, è stato contestato l’art. 256 comma 1 del codice dell’ambiente, che prevede la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o l’ammenda da 2.600 euro a 26mila euro per chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione”.
L’area era stata adibita dal titolare, allo stoccaggio ed al trattamento di ingenti quantitativi di rifiuti a ridosso di una ex cava. Materiale residuo che poi l’azienda trasformava per il riutilizzo senza autorizzazione. I militari hanno scoperto che mancava il prescritto titolo abilitativo.
La legge parla chiaro: i titolari di imprese o i responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti o li immettono nelle acque superficiali o sotterranee vanno puniti con pesanti sanzioni e nei casi più gravi, l’arresto.
Paola Calvano