L’Abruzzo si appresta a formare 33 giovani disoccupati come esperti del mercato dell’export per la piccola e media impresa. Oggi al via l’iniziativa “I talenti del reddito di cittadinanza. Ri-parti con l’export”, il progetto promosso da Anpal Servizi e Ice-Agenzia in partnership con la Regione Abruzzo, che prevede formazione specifica di giovani abruzzesi disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza.
“E’ una grande opportunità di crescita professionale – ha detto l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro e alla Formazione, Pietro Quaresimale, nella giornata augurale del corso -. I giovani disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza hanno mostrato interesse e attenzione per un percorso formativo destinato a tradursi in lavoro”.
La giornata inaugurale del corso è stata aperta da una breve cerimonia alla quale hanno preso parte oltre all’assessore Quaresimale, il presidente di Ice-Agenzia, Carlo Maria Ferro, il direttore del Dipartimento Lavoro-Sociale, Claudio Di Giampietro, e il responsabile Anpal Servizi per le regioni Abruzzo, Marche e Molise, Cosimo Prisciano.
L’adesione dell’Abruzzo al progetto nazionale Ri-parti con l’export si è poi tradotta nella grande risposta che è arrivata dai disoccupati abruzzesi, che hanno aderito numerosi al progetto formativo, tanto da spingere la Regione a riaprire i termini di iscrizione accogliendo le tante richieste provenienti da più settori. La selezione dei partecipanti è stata rigorosa con il superamento di due prove selettive, a conferma del valore professionale del progetto di formazione.
“Le prospettive occupazionali una volta finito il corso sono confortanti – ha spiegato l’assessore Quaresimale – perché Ice-Agenzia e Anpal vanno a formare figure professionali su settori in espansione in Abruzzo. Da sempre l’export ha rappresentato la carta vincente della piccola e media impresa abruzzese, che dunque ora potrà contare sulla creazione di figure professionali formate ad hoc. E proprio questa propensione abruzzese ci aiuta ad essere ottimisti per il ritorno occupazionale”.