Abbiamo letto sui media incoraggianti notizie sulla imminente apertura di un tratto delle pista ciclabile della Via Verde. Noi siamo convinti che il propagandato impegno della Amministrazione Provinciale di Chieti ad aprire un lotto, in territorio di Vasto, prima della imminente estate 2021 potrà essere rispettato, anche grazie alla subentrata concreta operatività del delegato Vincenzo Sputore, che ha almeno la caratteristica di essere un vastese doc.
Consentiteci di dire, però, che non è tutto da festeggiare, almeno per la rimanente problematica che appesantisce tuttora l’opera e che è, per la massima parte, da attribuire alla carente revisione progettuale effettuata a suo tempo dal Comune di Vasto che ha privilegiato la sola questione propagandistica ambientale , a scapito della funzionalità della operazione , senza rendersi conto di quello che sarebbe accaduto in concreto con le sue scelte .
Sta di fatto che, ad oggi, numerose sono le criticità tuttora esistenti e che proviamo a dettagliare , partendo da Nord del territorio .
- La tratta che dal confine di Casalbordino attraversa la Riserva Regionale di Punta Aderci , è stata realizzata in parte sul vecchio tracciato ferroviario dismesso ed in parte sulla viabilità rurale esistente , scegliendo una pavimentazione delicata , brecciata e non conglomerata ,per ragioni ambientali . Sarebbe stato meglio evitare l’attraversamento della zona protetta, dove staziona una selvaggina pericolosa per il transito dei pedoni e dei ciclisti . Tale viabilità è inoltre utilizzata , in promiscuo con le biciclette , dai mezzi agricoli e dalle vetture dei proprietari dei terreni circostanti per le coltivazioni e dalle attività ippiche di un esistente maneggio , risultando di consistenza fragile , di larghezza insufficiente e pericolosa . Sarebbe stato meglio utilizzare la viabilità comunale di Torre Sinello e separare la pista ciclabile dalla Riserva ; comunque occorrerà reintervenire presto sulla pavimentazione, sulla eventuale recinzione del tracciato ciclabile e sull’ allargamento dei percorsi.
- La tratta che esce dalla Riserva Naturale di Punta Aderci e si immette nella Zona industriale portuale era stata, sciaguratamente, pensata con l’utilizzo promiscuo della viabilità dell’Arap e della strada provinciale Vignola-Punta Penna. Un miscuglio assurdo di biciclette e di camion , interferente perfino con l’ingresso del Porto : scoperto l’inghippo e compresa la irrealizzabilità del progetto , dopo oltre 5 anni , pare sia stato deciso il definitivo tracciato ma non risultano coperti i relativi costi della indispensabile ulteriore variante . Persino due milioni di euro concessi dal Ministero dell’Ambiente al Comune di Vasto non sono stati ancora assurdamente utilizzati, per fare interventi a sostegno del tracciato, e dormono da circa 6 anni .
- La tratta , infine, che dalla vecchia Stazione ferroviaria di Piazza Fiume a Vasto Marina , dovrebbe ricollegarsi con la pista già esistente a Vasto Marina lido, che è – a sua volta – già agganciata alle piste ciclabili di San Salvo, non ha ancora definito il tracciato di raccordo lungo il Fosso marino e non risulta essere stata ancora progettata, ne finanziata .
- Resta altresì da risolvere la incongruenza attribuita alla pista ciclabile della Via Verde , nel tratto di Vasto Marina , dove insieme alle biciclette passano le migliaia di persone a piedi che vivono a cavallo della SS16 e che attraversano la ciclovia per andare al prospiciente arenile, passando nella Riserva Naturale di Marina di Vasto . Pazzesco .
Risulta quindi evidente che, se verranno trovate le necessarie risorse economiche nell’ambito degli accordi tra le Regioni Emilia/Marche/Abruzzo/Molise, o con la utilizzazione di appositi fondi della Provincia di Chieti o del Comune di Vasto ,ci vorranno almeno tre anni per ultimare un tracciato ciclabile completo .
Non dobbiamo dimenticare che, riconsegnato il tratto da Vasto marina a Vignola, che potrebbe essere presto aperto ,resteranno da affrontare i problemi delle infrastrutture di servizio lungo l’intero tracciato e della manutenzione ordinaria delle opere realizzate , in contesti geografici molto fragili .
Non si può non considerare, inoltre, che deve essere concretizzato il progetto generale di acquisizione e di progettazione degli interventi per il recupero di tutte le vecchie Stazioni ferroviarie dismesse sul tracciato della Via Verde e che, dopo tanto tempo, il Comune di Vasto non ha formalizzato una sola idea autonoma di utilizzo di tali manufatti : una opera strategica e sbandierata ai quattro venti per il ritenuto conclamato valore , nei connessi settori del turismo costiero è stata quindi ed in verità oggetto di scarsissimo interesse da parte della Amministrazione .
Ci preoccupiamo, a riguardo , che non sia stata ancora ipotizzata nemmeno una ipotesi economico finanziaria generale dei costi della futura gestione e dei necessari servizi di supporto .
Tutte queste ragioni , insieme alla storia pessima che sta caratterizzando la realizzazione dell’opera , ci inducono ad ipotizzare il rimando ad un organismo unitario di gestione dell’intero tracciato , per assicurare la uniformità di trattamento delle aree e le corretta valorizzazione economica e funzionale del brand della “Costa dei trabocchi della Provincia di Chieti”. Noi lavoreremo per questo traguardo, ora e nella prossima tornata amministrativa .
Il Nuovo Faro di Vasto – dott. ing. Edmondo Laudazi