Praterie sommerse ricche di biodiversità a ridosso del promontorio di Punta Aderci e formazioni di coralli lungo le scogliere. E’ sulla presenza di questi habitat, considerati di interesse comunitario, che si fonda l’ipotesi di estensione a mare della riserva naturale di Punta Aderci, prevista dal progetto Life Calliope con la Regione Abruzzo capofila.
L’intervento finalizzato alla riqualificazione degli ambienti costieri e alla loro tutela, si scontra però con il progetto di ampliamento del porto. Criticità che, secondo Angela Stanisci, docente di aree protette e biodiversità all’Università del Molise, potrebbero essere superate con l’indizione di una conferenza di servizi.
“E’ sicuramente necessaria una fase di decisione partecipata con i cosiddetti portatori di interesse, cioè coloro che sono coinvolti nell’ ampliamento del porto”, spiega la docente, “si può ipotizzare l’esclusione di alcune aree e l’inclusione di altre in modo compensativo, magari verso Casarza, Punta Vignola, Trave. E’ una conflittualità superabile, però è necessario che venga realizzata una conferenza di servizi che dovrebbe essere indetta dal comune di Vasto che è l’ente gestore. E’ quella la sede deputata per trovare la soluzione ideale per la parte a mare. Sarebbe la via ottimale perché nella conferenza dei servizi si mettono sul tavolo i vari progetti e si decide come operare. La Regione sta aspettando che il comune di Vasto convochi la riunione, dopo aver portato l’argomento in consiglio comunale”.
Il progetto Calliope nasce come progetto bilaterale Italia-Cipro dedicato alla riqualificazione degli ambienti costieri e alla loro tutela. Prevede sia la realizzazione di passerelle sulle dune e la bioricostruzione degli ambienti dunali distrutti, sia l’istituzione di nuove aree della Rete Natura 2000 e l’ampliamento a mare di altre aree che hanno i requisiti.
“Il progetto Calliope ha completato tutta la parte degli studi preliminari che riguardano sia gli ambienti terresti, sia quelli marini”, prosegue Stanisci, “sono stati trovati degli habitat considerati di interesse comunitario, cioè ambienti ritenuti rari nell’Adriatico e nel Mediterraneo, per i quali la direttiva habitat 9243 chiede la tutela. Sono state trovate, in particolare, delle praterie sommerse molto ricche di biodiversità – molluschi e crostacei – a ridosso del promontorio di Punta Aderci e delle formazioni di coralli lungo le scogliere. Ci sono quindi tutti i requisiti per chiedere l’ampliamento a mare, tenuto conto però che non stiamo certo parlando di miglia, ma di una fascia di rispetto di 300 metri”, chiosa la docente, “la politica è fondamentale quando si parla di questi progetti. Per quanto riguarda la parte dunale, cioè la realizzazione delle passerelle e la bioricostruzione delle dune distrutte non ci sono problemi, ci sono invece timori sulla parte a mare. Ecco perché è importante mettere intorno ad un tavolo i portatori di interesse locali, cercare una concertazione per le aree da implementare e per le quali ci sono i fondi e verificare quale può essere la perimetrazione ideale di queste aree marine. La politica è fondamentale”.
Anna Bontempo (Il Centro)