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Il Fratino fa i bagagli e si trasferisce in Molise

Ventidue nidi lungo la costa molisana – nel tratto da Montenero di Bisaccia a Campomarino –  e soli tre nidi sul litorale di Vasto. Il fratino, prezioso  indicatore biologico della qualità ambientale delle spiagge, sceglie sempre di più il Molise come luogo per deporre le uova.

Su circa 20 chilometri di costa utilizzabili dai fratini l’associazione Ambiente Basso Molise ha censito 22 nidi che sono una cifra enorme, considerando che al termine della stagione 2020 i nidi censiti erano 24”,  tira le somme Stefano Taglioli, coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “è quindi probabile che questo numero quest’anno verrà superato. Si tratta di un grande successo riproduttivo del fratino per il Molise”.

Ma perché questo piccolo uccello a rischio estinzione sceglie sempre di più la costa molisana e snobba quella vastese?

“Non essendoci variazioni significative sia dal punto di vista naturalistico, che dal punto di vista dell’impatto antropico fra la costa molisana e quella vastese, il calo repentino delle nidificazioni tra Vasto e San Salvo potrebbe essere dovuto ad una alterazione della catena trofica di alimentazione sulla battigia”, spiega Taglioli, “probabilmente il passaggio continuo di mezzi meccanici sul bagnasciuga  ha di fatto desertificato la zona di alimentazione non soltanto dei fratini, ma di tanti altri uccelli. Se così fosse questa situazione potrebbe ripetersi anche nel Molise fra qualche tempo. Se si considera che circa 9 chilometri su 20 della costa vastese sono tutelati da due riserve (Punta Aderci e Marina di Vasto ndc), questa situazione alterata sulla battigia, se confermata da studi ad hoc, farebbe pensare anche ad una gestione completamente da rivedere per quanto riguarda questo aspetto nelle due riserve naturali”, conclude Taglioli.

Se nel 2014 vennero censiti ben 19 nidi di fratino, quest’anno sono solo tre i nidi lungo il litorale vastese. Assolutamente sconfortante il dato della riserva naturale di Punta Aderci, dove il fratino (simbolo dell’area protetta), non nidifica più dal 2011 e dove, a detta dei volontari,  mancano azioni mirate per tentare di favorirne il ritorno.

Anna Bontempo (Il Centro)

 

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