Avrebbero dovuto sostituire la recinzione, recuperare un pozzo in muratura ed installare un vano contatore, ma a questi interventi se ne sono aggiunti altri non autorizzati, tra cui la realizzazione di terrazzamenti e un manufatto di legno di forma rettangolare. Sono le contestazioni mosse dal dirigente della sezione urbanistica comunale, Stefano Monteferrante che ha firmato una ordinanza di rimozione di opere edilizie abusive con contestuale ripristino dello stato dei luoghi.
Il provvedimento, emesso dopo una serie di sopralluoghi della polizia locale, è stato notificato al proprietario dei terreni al confine con il lungomare Cordella e al titolare della ditta esecutrice dei lavori. Entrambi sono stati invitati a “provvedere a proprie spese ed entro il termine di 90 giorni decorrenti dalla notifica dell’ordinanza al completo ripristino dello stato dei luoghi”.
Il dirigente ha precisato inoltre che “le opere edilizie abusive da rimuovere sono quelle relative alla realizzazione di terrazzamenti e livellamento dei terreni, oltre ad una piattaforma di legno a forma rettangolare composta da travi strutturali orizzontali e verticali e pavimentazione con listelli in legno”.
Contro il provvedimento è possibile presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Pescara entro il termine di 60 giorni. Prima dell’ordinanza di rimozione delle opere edilizie abusive, Monteferrante aveva anche intimato la sospensione dei lavori. Bisogna vedere ora che piega prenderà la vicenda, della quale è stata interessata anche la Procura.
Quei lavori – che vanno avanti da alcuni mesi – non sono passati inosservati a chi percorre il tratto iniziale della pista ciclopedonale della Via Verde, quello in corrispondenza di località Trave, di fronte alla statua della Bagnante. Ad attirare l’attenzione non è stato solo il cantiere dove gli operai lavorano alacremente da mesi, ma il susseguirsi di interventi non segnalati dal cartello previsto per legge. In tanti si sono chiesti quale fosse la finalità di quelle opere vedendo dapprima i terrazzamenti al confine con la pista ciclabile – il cui accesso è stato chiuso con una cancellata metallica – ed in seguito una piattaforma di legno di forma rettangolare. Un manufatto preludio per un punto ristoro?
Certo è che con la costruzione della ciclovia è aumentato l’interesse per quei terreni a ridosso dell’ex tracciato ferroviario che, abbandonati da anni, potrebbero avere una nuova destinazione e far gola a chi ha intenzione di aprire un’attività lungo la Via Verde. Possibilità niente affatto remota alla luce del regolamento predisposto dalla Provincia che ha inteso disciplinare l’utilizzo delle aree da destinare a servizi, parcheggi o da concedere ai proprietari di attività commerciali. Contro tale regolamento sono insorte le associazioni che hanno dato vita ad un coordinamento.
Anna Bontempo (Il Centro)