Lungo le spiagge della riserva, la pista ciclopedonale della Via Verde, ma anche nelle strutture turistiche della zona. Le emissioni provenienti dall’area industriale di Punta Penna non hanno risparmiato neanche la Grotta del Saraceno, un villaggio turistico sul mare che domina la baia di Vignola e che in questo periodo ospita 1.500 vacanzieri.
“Un gruppo di turisti, tra cui diversi bambini, ha accusato problemi respiratori”, raccontano i titolari della struttura, “i disturbi avvertiti a causa dell’odore particolarmente intenso proveniente dalla zona industriale, sono stati trattati nell’infermeria del Villaggio. Sono situazioni davvero spiacevoli”, proseguono con disappunto, “soprattutto se si tiene conto che si tratta di un fenomeno annoso. Ci chiediamo che fine abbiamo fatto le famose centraline promesse nel 2012 da Confindustria”.
I disturbi accusati dal gruppo di ospiti della Grotta del Saraceno fanno il paio con quelli avvertiti nei giorni scorsi da alcuni turisti che, a causa della puzza insopportabile, hanno abbandonato la spiaggetta di Libertini, nella riserva naturale di Punta Aderci. L’accaduto è stato prontamente segnalato alla Asl da Alessia Felizzi, referente della Cogecstre, la cooperativa di Penne che ha in gestione l’area protetta. Nei mesi scorsi il sindaco Francesco Menna ha presentato un esposto in Procura. L’amministrazione comunale ha deciso di rivolgersi alla magistratura quando il fenomeno delle esalazioni moleste, inizialmente circoscritto solo all’area di Punta Penna, ha interessato diverse zone della città, creando non poco allarme. L’odore pungente che raschia la gola e brucia gli occhi venne avvertito all’Incoronata, lungo la circonvallazione Istoniense, corso Mazzini, corso Garibaldi, via Casetta, via Santa Lucia e perfino in piazza Rossetti.
“Sulle esalazioni che spesso ammorbano l’aria di Punta Penna e della riserva di Punta Aderci, nonché ormai gran parte del tratto della Via Verde fino al centro urbano, si continua a chiedere interventi da parte degli enti e delle autorità preposte, come si è fatto e si fa da tantissimi anni”, commenta Stefano Taglioli, coordinatore del gruppo fratino di Vasto, “persistendo tale situazione si rischia veramente, oltre l’aspetto sanitario, una gigantesca brutta figura dal punto di vista turistico”.
I primi malori vennero avvertiti nel 2009. Da allora esposti e segnalazioni si sono moltiplicati, ma non è successo nulla. La richiesta delle associazioni cittadine di predisporre un serio monitoraggio della qualità dell’aria è rimasta inevasa. Nessuno, ad oggi, sa cosa si respira a Punta Penna e se la salute dei cittadini viene messa in pericolo dalle esalazioni.
Anna Bontempo (Il Centro)