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Davide D’Alessandro: “Sogno un nuovo laboratorio politico per rilanciare Vasto”

Consigliere (ancora per poco) D’Alessandro, vogliamo fare il punto della situazione? Perché a Lanciano il centrodestra ha trovato la convergenza sul civico Paolini, mentre a Vasto non l’ha trovata sulla civica Notaro?

“Grandiosa e cruciale domanda. La risposta è nota a tutti: perché nel cosiddetto centrodestra di Vasto ci sono antiche e pericolose patologie mai curate. Ci sono alcuni soggetti strambi, ben riconoscibili, che pensano di fare politica con le viscere, con i risentimenti. Gente destinata alla sconfitta, gente che elabora candidature per ostacolare, per sbarrare la strada, non per vincere. Aggiungo che Notaro rappresenta persino più di Paolini, poiché in grado, con i suoi candidati, di prendere voti anche alla coalizione del Sindaco uscente. Ma a Vasto, hanno detto i soggetti strambi, il cosiddetto centrodestra doveva assolutamente avere un proprio candidato. A Lanciano no. Non è una cosa seria”.

In città circolano diversi sondaggi. Conosce i numeri?

“Li conosciamo un po’ tutti, il problema è se corrispondono alla realtà. La realtà è quella dell’urna, lì i numeri hanno la testa dura. Non sono interpretabili”.

Lei che pronostico fa?

“I pronostici, diceva Brera, li sbaglia solo chi li fa; i rigori, soltanto chi li tira. Le elezioni le perde soltanto chi si candida e io non sono candidato”.

Non è candidato ma si spende per Notaro…

“Sì, perché ritengo che sia l’unica novità. Più volte ripetiamo che ci sono amministratori del centrosinistra che operano da quindici anni, ma il candidato sindaco del centrodestra è in Comune da venticinque anni. La politica ha bisogno di un notevole rinnovamento. Se tutti avessero seguito l’esempio del sottoscritto, di Sputore, Baccalà e Paolino, avremmo garantito un importante ricambio generazionale. Se votassi Pd, voterei Nicola Della Gatta. Mi auguro, qualora Menna dovesse rivincere, che non ripresenti la foto a metà, per poi aumentarne l’età. Lui era stato portatore di una speranza. Non ha avuto la forza necessaria e la squadra giusta per incarnarla, ma la candidatura di Nicola è una splendida candidatura, come splendide sono le candidature giovani delle nostre liste. Questa si chiama speranza”.

Notaro, durante una diretta web, ha detto che in caso di ballottaggio parlerebbe con tutti.

“E ha detto bene. Soltanto trinariciuti e psicopatici parlano con lo specchio e lo specchio non fa altro che rimandare quei volti tristi e perdenti. La politica è l’arte della mediazione. Notaro è concentrata sul primo turno. Se va al ballottaggio, se la gioca cercando di aprire ulteriormente il campo. Se non ci va, si mette in ascolto di chi ci va, insieme alle liste che la sostengono, e decide. Nessuna preclusione verso alcuno. Il civico, in una battaglia comunale, ha la forza della libertà e il dovere di guardare al bene della città, senza seguire tessere e casacche. Al centro c’è Vasto e l’indirizzo di voto lo si dà a chi è in grado di stringere un nuovo patto su Vasto e per Vasto”.

Però il suo giudizio sull’ultimo quinquennio di Menna resta negativo?

“Assolutamente sì, è testimoniato da cinque anni di Consigli comunali. Vasto è arretrata pericolosamente, è mancata la visione, la capacità di porsi obiettivi alti e di raggiungerli. La città si è spenta. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Il cosiddetto centrodestra, così come si è formato, in zona Cesarini, non è in grado di fare meglio di Menna. Si perde in polemicucce da strapazzo. L’ultima, sul Sindaco che fa i manifesti XL, è ridicola. Si guarda la pagliuzza negli occhi di Menna e non la trave nei propri, la propria spregiudicatezza. Non è una classe politica all’altezza del compito che il tempo richiede. Ci si trastulla sulla guida della Regione, si portano a spasso un po’ di figurine televisive, ma non ci si chiede se finora la guida della Regione abbia prodotto frutti e quali. La delusione del popolo di centrodestra è tanta. Noi della coalizione a sostegno della Notaro abbiamo trovato l’incontro su Vasto. Persone che vengono da esperienze politiche diverse, da appartenenze diverse, hanno trovato la sintesi su un nuovo progetto di città, su un nuovo modo di fare politica. Domani sera lo spiegheremo bene in Piazza Diomede. Poi contano gli interpreti, coloro capaci di sognare a occhi aperti un altro scenario e, soprattutto, di realizzarlo in tempi certi”.

Quante possibilità ha Vasto di vedere il primo Sindaco donna della sua storia politica?

“Facciamolo decidere ai cittadini. Notaro non è soltanto donna. È misurata, ha competenza, è figlia d’arte, ma non ha ereditato il potere. Sa cos’è il servizio, mettersi al servizio. A distanza di tanti anni dall’esperienza paterna ha deciso di sognare. Anch’io avrei un sogno per i quindici giorni tra il primo e secondo turno…”.

Allora ce lo dica…

“No, teniamolo nel cassetto. Ma è un sogno di stravolgimento degli attuali e precari equilibri di facciata, è un sogno da far strabuzzare gli occhi, un sogno che mandi in soffitta la sterile e finta contrapposizione centrodestra-centrosinistra, per affermare, grazie a nuove energie e a nuove composizioni, un futuro migliore per questa straordinaria città. Dipendesse da me, saprei cosa mettere insieme, cosa pescare all’interno delle coalizioni per dare vita a un nuovo laboratorio politico. Con tanta politica dentro e nessuna disciplina psichiatrica. Ma non dipende da me. Affido alle elettrici e agli elettori vastesi la possibilità che il sogno si realizzi. Il 18 ottobre sapremo”.

La Redazione

 

 

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