Cresce il fiume di utenti costretti ad andare fuori città anche quando sono deceduti. L’obitorio del San Pio non è infatti attrezzato per eseguire esami autoptici e prelievi di campioni biologici sui de cuius che fra la tumulazione e la cremazione hanno scelto quest’ultima. Accade quindi che la salma debba fare un vero e proprio tour pria di poter essere cremata.
Le trasferte allungano così i tempi e fanno lievitare i costi. A raccogliere le proteste dei cittadini sono le agenzie funebri. Altri chiedono aiuto al Comune.
La questione qualche giorno fa è stata portata all’attenzione del direttore generale della Asl, Chieti-Lanciano-Vasto, Thomas Schael dal comitato ristretto dei sindaci e a rappresentare il Comune di Vasto è stato il vice sindaco Giuseppe Forte e pare che Schael abbia promesso di trovare una soluzione.
“E’ quello che ci auguriamo tutti”, dice Forte. “Se almeno prelievi e controlli post mortem potessero essere fatti al San Pio il de cuius eviterebbe un vero e proprio tour”.
Anche le condizioni dell’obitorio del San Pio sono state più volte segnalate alla Asl. La camera settoria è assolutamente inadeguata. Non è allestita allo scopo, manca di attrezzature e persino d’acqua. Proprio per questo le salme vengono trasferite al policlinico di Chieti.
Paola Calvano