Il Tribunale dell’ Aquila ha rigettato la proposta avanzata dal Questore di Chieti di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza avanzata nei confronti di un cittadino di Vasto accusato di “danneggiamento di beni collettivi”.
“Il questore”, ricordano gli avvocati dell’uomo, Francesco Bitritto del foro di Vasto e Danilo Leva del foro di Isernia “aveva richiesto misure pesantissime: la sorveglianza speciale sarebbe dovuta durare 5 anni, con la prescrizione dell’obbligo di soggiorno nel comune di Vasto,’ obbligo di presentarsi quotidianamente in commissariato , di non allontanarsi dalla propria abitazione di residenza durante la notte indossando il braccialetto elettronico”.
Il Collegio aquilano ha accolto in pieno, le tesi difensive.
“Per il Tribunale dell’Aquila i precedenti penali e le recenti denunce a carico del nostro cliente, seppure riguardanti reati offensivi di beni collettivi non potevano essere sufficienti a ritenere che l’uomo fosse abituato a commettere reati che mettono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica. Inoltre per i giudici della prevenzione le deduzioni difensive hanno segnalato la totale ed inequivocabile consapevolezza dell’errore commesso e del ravvedimento. Si tratta di una interessantissima pronuncia che affronta con equilibrio e rigore il tema delle misure di prevenzione personali previste dal codice antimafia che incidono in maniera concreta sulle libertà personali al di fuori di ogni giudizio di colpevolezza o delle regole tipiche delle fasi cautelari. Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito della vicenda in cui il Tribunale aquilano”.
Paola Calvano