Venti testimoni, decine di riscontri probatori. Il 13 dicembre i giudici del tribunale di Vasto (presidente Bruno Giangiacomo, giudici a latere Stefania Izzi e Michelina Iannetta) dedicheranno l’intera giornata al processo scaturito dall’indagine denominata “Eterno riposo”. Tredici gli imputati , tra i quali un dipendente comunale, Luisito Lategano e 12 cittadini che avrebbero ottenuto tumulazioni, estumulazioni e altri favori pagando (secondo quanto sostenuto dal procuratore della Repubblica, Giampiero Di Florio), somme che oscillavano dai 150 ai 700 euro.
Ieri mattina in aula c’era solo uno degli accusati , Luisito Lategano assistito dall’avvocato Antonello Cerella. I 12 cittadini erano rappresentati dai loro legali. Il collegio giudicante ha accettato di ascoltare tutti i testi dell’accusa. L’udienza è stata per questo aggiornata al 13 dicembre. Sarà una lunga maratona necessaria per far luce su una delle vicende più inquietanti accadute a Vasto negli ultimi anni. Il Comune di Vasto, non a caso si è costituito parte civile. Anche un cittadino V.D.A., si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Raffaele Giacomucci. A lui erano stati chiesti soldi per spostare altre salme e fare posto alla mamma. Fu V.D.A. il primo a denunciare quello che accadeva nel cimitero vastese in commissariato e sarà ascoltato il 13 dicembre. Tre mesi fa altri due dipendenti comunali avevano patteggiato la pena di 2 anni di reclusione. Due beneficiari dei favori cimiteriali, hanno invece patteggiato una pena di sei mesi. Luisito Lategano, assistito dall’avvocato Antonello Cerella, e altri 12 cittadini preferiscono affrontare il rito ordinario.
Al procuratore Di Florio gli uomini del commissariato hanno fornito documenti e riscontri accertati anche all’interno di alcune tombe vicine all’ingresso principale del cimitero. Gli agenti scesi addirittura sotto terra per verificare le tumulazioni hanno trovato prove inconfutabili che le tumulazioni del “caro estinto”, erano spesso pilotate e soprattutto “care” anche economicamente .
L’inchiesta, avviata tre anni fa ha smantellato una presunta gestione parallela del cimitero. Oltre ai riscontri e alle verifiche sono stati numerosi anche gli interrogatori, uno stuolo di avvocati assicura di poter dimostrare la buona fede degli imputati. Lategano ha sempre negato di avere preteso o indotto i cittadini a versare denaro per tumulazioni, esumazioni e trasferimento delle salme. Per questo, non ha voluto il patteggiamento. Secondo la Procura, al contrario, lui come gli altri dipendenti comunali finiti nei guai avrebbe lucrato, acquisendo la disponibilità dei loculi attraverso attività cimiteriali irregolari o favorendo l’estumulazione di salme e la loro trasformazione in urne cinerarie per fare posto ad altri defunti. Questo avveniva anche quando lo stato degenerativo delle salme non lo consentiva. In mano alla polizia ci sono immagini piuttosto eloquenti.
Paola Calvano