Due delfini spiaggiati nel giro di pochi giorni, c’è preoccupazione per le interazioni cetacei-pesca nel mar Adriatico. I ritrovamenti sulla spiaggia della Riserva Naturale regionale del Borsacchio a Roseto in Abruzzo. Sono ancora in corso gli accertamenti per stabilire le cause della morte dei due tursiopi, ma quel che è apparso evidente sin dalle prime osservazioni è che i due delfini mostrano segni di interazione con le attività umane.
Sono le ennesime tristi storie di reti e delfini, a pochi chilometri dall’area marina protetta Torre del Cerrano partner del progetto europeo Life Delfi a cui collabora anche il team del Centro Studi Cetacei, intervenuto in campo sui due tursiopi. Life Delfi, cofinanziato dal programma LIFE della Commissione europea e coordinato da CNR-Irbim, ha l’obiettivo di ridurre le interazioni tra i delfini e la pesca professionale.
“C’è profonda preoccupazione per questi ultimi episodi registrati nel mar Adriatico – dichiara Sergio Guccione, project manager dell’area marina protetta Torre del Cerrano – soprattutto per il ritrovamento di una cima legata alla pinna caudale con un nodo a bocca di lupo, un particolare che ci fa escludere che il delfino si sia impigliato in maniera accidentale. Non vogliamo pensare al peggio e aspettiamo l’esito della necroscopia che ci fornirà maggiori dettagli. L’area marina protetta Torre del Cerrano con il progetto europeo Life Delfi si sta impegnando a fondo per migliorare la convivenza tra delfini e pescatori diffondendo l’uso dei pinger, dissuasori acustici che allontanano i cetacei dalle reti, e di attrezzi da pesca alternativi, particolari nasse che non possono essere depredate e non sono pericolose per i delfini”.
Life Delfi, un progetto europeo partito nel 2020, mette in campo diverse azioni integrate che, oltre alla diffusione di dissuasori acustici e modalità di pesca alternative, prevede lo sviluppo di nuove attività economiche, come il dolphin watching, per integrare il reddito dei pescatori. “