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Cementificio bocciato, la Escal ricorre al Tar

“Carenza di adeguata e sufficiente motivazione, oltre ad una valutazione del tutto superficiale ed approssimativa”. Sono i presupposti su cui si fonda il ricorso presentato al Tar di Pescara dalla Escal contro il parere negativo  rilasciato dal Comitato di gestione della riserva naturale di Punta Aderci il 30 agosto 2021 sul progetto della società di Foggia,  intenzionata a produrre leganti idraulici (cemento) con relativo insacchettamento, confezionamento, commercializzazione e vendita all’ingrosso a Punta Penna, nella fascia di protezione esterna della riserva naturale di Punta Aderci.

Su quel parere ci sono anche verifiche in corso da parte del Commissario ad acta, Maurizio Formichetti, nominato dal prefetto Armando Forgione  il 19 agosto con l’incarico di concludere il procedimento nel termine di trenta giorni dal suo insediamento. A distanza di 11 giorni dalla nomina di Formichetti il Comitato di gestione si riuniva alla presenza dell’ex assessore all’ambiente Paola Cianci  e rilasciava il proprio parere negativo, di cui si chiede ora l’annullamento.

Secondo la Escal – rappresentata dagli avvocati Giacomo Cerullo e Edoardo Paolini – il parere negativo rilasciato dal Comitato di gestione si baserebbe su una serie di presupposti  erronei – quali effetto cumulo delle emissioni atmosferiche, approvvigionamento idrico, misure di mitigazione ambientale, interferenze sulla biodiversità e sulla capacità produttiva della passera sarda a causa dei rumori. Ne conseguirebbe  un grave danno alla società, trattandosi di un parere che potrebbe determinare un esito negativo del procedimento relativo alla Vinca (valutazione di incidenza ambientale).

“La valutazione compiuta dal Comitato di gestione è erronea”, rimarcano i legali che a riprova della loro tesi riportano i dati della campagna di monitoraggio della qualità dell’aria commissionato dalla Escal, volta a verificare l’effetto cumulo delle emissioni atmosferiche. I rilievi effettuati escluderebbero, a loro avviso,  rischi per la salubrità dell’aria e per la salute pubblica. Per quanto riguarda invece le altre motivazioni vengono categoricamente escluse problematiche circa l’approvvigionamento idrico industriale trattandosi di un ciclo produttivo “secco”. Nel ricorso viene inoltre precisato che sono state “recepite le prescrizioni attinenti al lavaggio del piazzale  ed al sistema di nebulizzazione per l’abbattimento di eventuali polveri diffuse generate dalla viabilità dei mezzi all’interno del perimetro aziendale”.

“E’ lecito domandarsi se il Comitato di gestione prima di estendere il parere abbia davvero esaminato tutta la documentazione a disposizione”, concludono i legali, “ribadiamo che si nutrono forti perplessità a riguardo, pienamente legittime dal momento che il parere è stato esteso soltanto dopo due giorni lavorativi dalla presa visione degli atti”.

Anna Bontempo (Il Centro)

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