“Parere negativo”: si chiude con il diniego del commissario ad acta Maurizio Formichetti, la complessa istruttoria sulla produzione di leganti idraulici (cemento) che la Escal di Foggia vuole avviare nello stabilimento presente nella fascia di protezione esterna della riserva naturale di Punta Aderci. Un epilogo che darà la stura ad ulteriori iniziative giudiziarie. Intanto domani si discute al tar la richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso della società contro il parere negativo del Comitato di gestione dell’area protetta. Si sono costituiti in giudizio il Comune di Vasto, Legambiente e Wwf.
IL NO DEL COMMISSARIO. Formichetti, nominato dal prefetto di Chieti, Armando Forgione, con decreto del 19 agosto con il compito di concludere il procedimento “nel termine di giorni trenta dal suo insediamento“, come stabilito dal tar di Pescara, non ha fatto altro che prendere atto del parere negativo espresso dal Comitato di gestione di Punta Aderci il 30 agosto 2021. Il parare negativo di Formichetti – che durante l’istruttoria si è avvalso di un consulente ambientale Giustino Angeloni – è stato comunicato il 19 novembre scorso al tar di Pescara, al prefetto, al Comune di Vasto e alla Escal. Prima di mettere nero su bianco il suo parere negativo, il commissario ad acta aveva effettuato diverse riunioni con i componenti del Comitato di gestione, visionato il voliminoso carteggio ed effettuato anche un sopralluogo per rendersi conto sia della struttura, sia dei passaggi industriali che si sarebbero dovuti attivare per l’avvio dello stabilimento già realizzato nella fascia di protezione esterne della riserva di Punta Aderci e dove la Escal vuole produrre leganti idraulici (cemento) a freddo. In quella occasione erano presenti, fra gli altri, il dirigente comunale Luca Mastrangelo, l’ingegner Nicola Bernabeo dell’Arap, un tecnico dell’ufficio urbanistico e un rappresenatte della società.
IL RICORSO AL TAR. La Escal, rappresentata dagli avvocati Giacomo Cerullo e Edoardo Paolini, ha impugnato il parere negativo rilasciato dal Comitato di gestione della riserva naturale di Punta Aderci in quanto ritenuto “carente di adeguata e sufficiente motivazione” e frutto di una valutazione “superficiale ed approssimativa”. Ma ora la società di Foggia va oltre e nelle memorie in vista della udienza al Tar di domani chiede la “riapertura del procedimento, anche per il tramite di una nuova valutazione tecnica da disporsi a mezzo Ctu (consulente tecnico d’ufficio ndc)”. Il Comune di Vasto, come annunciato dall’assessore Paola Cianci (avvocatura comunale), si è costituito in guidizio con l’obiettivo di difendere l’operato del Comitato di gestione che si fonda su una serie di presupposti fra cui “l’effetto cumulo” che potrebbe avere ripercusioni negative sulla qualità dell’aria. Secondo la Escal, invece, il parere negativo rilasciato dall’organismo si baserebbe su una serie di presupposti erronei quali effetto cumulo delle emissioni atmosferiche, approvigionamento idrico, misure di mitigazione ambienatle, interferenze sulla biodiversità e sulla capacità produttiva della passera sarda a causa dei rumori.
Anna Bontempo (Il Centro)