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Wwf e Legambiente: “Il no alla Escal frutto di carenze progettuali”

Il Comitato di gestione della riserva di Punta Aderci ha messo in atto una complessa e puntuale attività amministrativa il cui parere negativo costituisce la logica conseguenza alle mancanze progettuali della Escal”. Wwf e Legambiente affilano le armi e con una memoria difensiva contestano la tesi portata avanti dalla società di Foggia che, contro il diniego dell’organismo di gestione, ha presentato un ricorso al Tar.

Al centro del contenzioso c’è la produzione di leganti idraulici (cemento) in uno stabilimento nella fascia di protezione esterna della riserva. Ieri i giudici dovevano decidere sulla richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso presentato dalla Escal che, attraverso gli avvocati Giacomo Cerullo e Edoardo Paolini, ha impugnato il parere negativo rilasciato dal Comitato di gestione, in quanto ritenuto “carente di adeguata e sufficiente motivazione” e frutto di una valutazione “superficiale ed approssimativa”.

Di tutt’altro avviso sono Wwf e Legambiente che da anni portano avanti la loro battaglia contro il progetto del cementificio, che di recente, ha registrato anche il parere negativo del commissario ad acta, Maurizio Formichetti nominato dal prefetto di Chieti, Armando Forgione.

Per le due associazioni, rappresentate dall’avvocato Francesco Paolo Febbo, il diniego del Comitato di gestione si basa su una serie di mancanze, quali la durata limitata della campagna di monitoraggio della qualità dell’aria – venti giorni – che andrebbe integrata con una indagine a più ampio spettro temporale ai fini dell’impatto sull’ecosistema della zona; la fornitura di acqua industriale che non trova riscontro alcuno, e la stessa autorizzazione rilasciata dall’Agenzia regionale per le attività produttive “che esclude la produzione di leganti idraulici, facendo riferimento solo all’attività di insacchettamento e di deposito di cemento ed inerti”.

Nella memoria difensiva si fa anche riferimento all’imponente movimento franoso in atto nella zona, che potrebbe aggravarsi a causa delle acque depurate che “confluirebbero, insieme alle altre acque bianche e tramite la condotta consortile, sulla falesia per pio terminare il loro percorso sulla spiaggia di Punta Penna”.

Capitolo a parte è quello relativo al tasso di inquinamento e all’effetto “cumulo”, cioè alla sommatoria delle emissioni in atmosfera. Per quanto riguarda questo aspetto Wwf e Legambiente sostengono che “qualora si realizzasse l’impianto Escal, nella zona vi sarà un notevole incremento percentuale (oltre il 500%) della polverosità”.

In sostanza le due associazioni ritengono che il Comitato di gestione della riserva di Punta Aderci, ha svolto una minuziosa attività e ha espresso il parere solo “dopo aver esaminato ogni aspetto della proposta progettuale ed ogni sua potenziale criticità”. La parola, ora, spetta ai giudici.

Anna Bontempo (Il Centro)

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