Superficie, scarichi e sistemi di cottura. Sono le tre criticità ravvisate dal Sian (Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione) della Asl al regolamento dei trabocchi-ristorante approvato dal consiglio comunale a giugno dello scorso anno. Il disciplinare, che rispetto alla legge regionale mette una serie di paletti, fissa in 130 metri quadri (inclusi cucina e servizi), la superficie massima delle antiche macchine da pesca che possono essere riconvertite in ristoranti sul mare.
Ed è proprio questo uno dei punti che il Sian rimette in discussione con una nota inviata in Comune qualche giorno di Natale e che, unitamente ad altri aspetti, potrebbero determinare difficoltà nell’autorizzazione e nella gestione delle strutture.
Per l’amministrazione del sindaco Francesco Menna – che nei mesi scorsi aveva accolto con soddisfazione l’approvazione del regolamento frutto di mediazione politica – si apre ora una fase molto delicata, con la possibilità che al disciplinare vengono apportate sostanziali modifiche.
“Occorre prevedere la possibilità di una maggiore superficie totale”, scrive Ercole Ranalli, direttore del Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione, “in quanto limitandola 130 metri quadrati si rischia di rendere inutile la previsione di poter ospitare fino a 60 persone. Nella ristorazione, già in periodi ordinari e ancor di più in questa fase emergenziale, è necessario garantire circa 2 metri quadri a persona solo per l’area di somministrazione, in modo da garantire la corretta gestione delle attività, evitando nel contempo che i gestori vadano a ridurre in modo sconsiderato le aree di preparazione di servizio, con il rischio di generare ripercussioni negative sulla sicurezza delle lavorazioni alimentari e sul benessere degli utenti e degli addetti”.
L’altra criticità è relativa agli scarichi e riguarda la previsione di vasche Imhoff laddove non è possibile l’allaccio alla rete fognaria. Secondo il Sian “tale soluzione non sarebbe scevra da rischi ambientali per le aree circostanti, in quanto la imhoff mal si presta a depurare i reflui a flusso variabile, tipici degli scarichi delle attività commerciali. E’ superfluo aggiungere che il mal funzionamento porta a pesanti problematiche in quanto lo scarico finale risulterebbe putrescibile e con elevate cariche microbiche. Pertanto si chiede di voler rivalutare in tale ambito l’impiego delle fosse a tenuta, con smaltimento dei liquami da parte di ditte autorizzate”.
L’ultima problematica sollevata riguarda il sistema di cottura. Nel regolamento approvato dal consiglio comunale si vieta espressamente l’uso di “fiamme libere, nonché di gas di qualunque tipologia”.
Anche su questo aspetto il Sian manifesta perplessità, ritenendo che tale divieto comporterà come conseguenza “la necessità di dover realizzare impianti elettrici molto più complessi e ad incrementare la potenza, soluzione che, su una struttura interamente dislocata in mare, con alta umidità e corrosione da salsedine, e potrebbero non ottenere i livelli di sicurezza rispetto all’uso dei gas combustibili”.
Anna Bontempo (Il Centro)