“Non volevo uccidere Maria Rita”. Angelo Bernardone, 74 anni in carcere dal 27 dicembre per avere ucciso la moglie gettandola giù dal ponte sul fiume Osento, sta prendendo coscienza della gravità del suo gesto e appare sempre più pentito di quanto ha fatto. Chiede perdono ai figli. Ribadendo al suo avvocato, Vincenzo Cocchino di avere agito in preda all’esasperazione ha comunque confessato al suo legale di non aver calcolato le conseguenze del suo gesto.
“Per la prima volta – fa sapere l’avvocato – Bernardone mi ha rivelato di aver spinto la moglie pensando che si risolvesse tutto con una caduta da un’altezza di un paio di metri. Non pensava che in quel punto il ponte fosse alto più di dieci metri”.
Chiuso nei suoi silenzi, l’uomo ora ha un desiderio: riconciliarsi con i figli. Il suo legale spera di poterli fare incontrare. Nei prossimi giorni Cocchino depositerà una richiesta di perizia psichiatrica sul suo cliente e nel frattempo sta acquisendo la documentazione sanitaria che racconta le condizioni di Maria Rita a causa del rapido avanzare dell’Alzheimer. Sarà importante verificare quali farmaci la donna assumeva e in che modo l’anziana si relazionava con i familiari.
Paola Calvano