“Il caro energia rischia di lasciare ferme molte imprese. Le bollette sono alle stelle, e l’ultimo intervento del governo concentrato soprattutto sulle famiglie ha ammortizzato solo parzialmente il problema per il mondo delle imprese che sono in allarme, strozzate dagli ultimi rincari. Chiediamo un intervento immediato per scongiurare il rischio di chiusure e fallimenti che attraversa l’industria anche della nostra Regione.”
Così Silvano Pagliuca, Presidente di Confindustria Chieti Pescara, l’associazione che rappresenta oltre 800 realtà produttive di tutti i settori, tra grandi, medie e piccole imprese delle due province.
Cosa sta succedendo? Alcune aziende hanno deciso di prolungare il periodo di chiusura natalizia perché in questo momento non è conveniente produrre, visto che l’incidenza della componente energia sul conto economico è passata dal 10-15% a oltre il 50%. Anche perché c’è una concorrenza estera che si avvantaggia di costi molto inferiori: si pensi che negli Stati Uniti il gas costa circa 11 dollari per megawattora, a fronte degli 87 euro necessari in Italia. In Asia si ricorre ancora prevalentemente al carbone, che costa molto meno, oltre a inquinare di più. Alcune aziende abruzzesi poi sono ricorse alla CIGS per crisi Aziendale a causa di risoluzioni contrattuali unilaterali da parte di alcuni fornitori di energia elettrica e gas per eccessiva onerosità sopravvenuta. Le aziende stanno sì ricevendo dai fornitori offerte di mantenimento dei contratti in essere ma con aumenti di prezzo tali da comportare per le imprese costi extra, insostenibili. Offerte che, quindi, se accettate, eroderebbero ogni speranza di margine annuale in un solo mese e, di conseguenza, farebbero irreversibilmente perdere alle aziende la continuità aziendale, con disgregazione in pochi mesi dell’intero patrimonio netto.
Prosegue Pagliuca: “Se la situazione perdura, prevediamo che le attività di queste aziende potrebbero essere definitivamente sospese nel giro di 6 mesi. Chiediamo alle istituzioni che si faccia tutto il necessario per garantire alle imprese di poter continuare a dare occupazione e far crescere l’economia del territorio.”
La Sezione Energia di Confindustria Chieti Pescara aveva inviato già a ottobre 2021 alla Regione Abruzzo – assessorato Energia, un documento con la proposta dell’Associazione circa le azioni di indirizzo per le prossime politiche energetiche, alla luce del PNRR Abruzzo e del documento “Abruzzo prossimo” contente le linee di indirizzo strategico per lo sviluppo sostenibile e l’integrazione dei Fondi europei 2021-2027.
L’intendo, in questa fase, è contribuire alla predisposizione di strumenti capaci di convergere realmente su quelle che sono le effettive esigenze del mondo produttivo. Pensiamo ad esempio al bando POR FESR 2014-2020 – volto alla promozione di una economia a basse emissioni di carbonio – che sostiene progetti di investimento per la realizzazione ed installazione di impianti per produzione energia da fonti rinnovabili: un grande successo con oltre trecento domande di finanziamento presentate. Si è trattato di una risposta importante da parte delle imprese abruzzesi, che testimonia da una parte la volontà delle aziende di rinnovare i propri impianti energetici destinati alla produzione e dall’altra l’interesse a rendere sostenibili gli insediamenti industriali per una maggiore competitività.
“Come Confindustria Chieti Pescara abbiamo chiesto in passato e chiediamo ancora di investire nuovamente sull’efficientamento energetico mettendo a disposizione ulteriori risorse in modo da permettere lo scorrimento della graduatoria del bando suindicato. Proprio in un momento in cui da una parte si ricerca energia pulita e dall’altra si cercano soluzioni all’aumento dei costi energetici, imprese e occupazione grazie alle risorse del PNRR potrebbero ricevere un incentivo verso il risparmio energetico e la crescita sostenibile. Abbiamo chiesto agli uffici regionali di competenza di attivarsi per riuscire a reperire le risorse per finanziare tutte le istanze, soprattutto sulla linea 3 dove i progetti di investimento per la realizzazione ed installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per l’efficientamento energetico di edifici e sedi di attività produttive ci sono già.” Conclude Pagliuca: “Questo shock energetico è un problema non solo per le grandi aziende ma per intere filiere. Il rischio è che le aziende spostino la produzione. Pensiamo solo che il costo dell’energia per le imprese, a livello nazionale, nel 2019 era di 8 miliardi, nel 2021 di 20 e la previsione per il 2022 è di 37miliardi. Ci uniamo pertanto all’appello di Confindustria: servono interventi congiunturali ma anche strutturali di medio termine”.
Confindustria Chieti Pescara – www.confindustriachpe.it