“La variante alla Statale 16 è una opportunità da cogliere, ma bisogna evitare progetti impattanti e scegliere percorsi che possano collegare i comuni dell’interno”. Nicholas Tomeo, giurista ed esperto di diritto dell’ambiente, sceglie la platea radunata nella sede del Cai di Vasto in occasione della conferenza su “ Il ruolo delle aree protette per il rilancio dei territori interni”, per soffermarsi su una delle tematiche che tengono banco in questi giorni in città, cioè il progetto di variante alla Statale 16.
Il fatto che l’Anas abbia incaricato una società per effettuare carotaggi nella zona di Fonte Joanna, lascia intendere che il percorso sul quale si sta concentrando l’Azienda autonoma strade, è quello bocciato dal Comune che prevede un “rilevato stradale” lungo la linea di costa, con ricadute pensantissime sul paesaggio e sull’ambiente.
“Intervenire con strutture impattanti sul territorio non è positivo, sia per lo stesso territorio che le subisce, sia per l’entroterra”, spiega Tomeo, “i trafori non sono sostenibili né dal punto di vista ambientale, né economico. Le soluzioni alternative ci sono e sono le strade delle Fondovalli già presenti e da sfruttare in modo tale che ne possano beneficiare anche i comuni dell’entroterra. Vale la pena ricordare che il paesaggio assurge a diritto costituzionale: l’articolo 9 della Costituzione ce lo ricorda, quindi la tutela del paesaggio ha un valore non solo estetico ed ambientale, ma anche sociale ed economico. Partire da questo presupposto”, continua l’esperto, “per proteggere il nostro paesaggio e le nostre ricchezze naturali ed ambientali è la prima azione che bisognerebbe fare per sviluppare politiche territoriali, sociali ed economiche che siano sostenibili”.
Tornando al convegno organizzato dal Cai l’intervento di Tomeo si è concentrato sulle aree interne, soprattutto quelle del medio ed alto vastese che hanno registrato, dal 1951 ed in maniera crescente, un marcato spopolamento, con flussi diretti verso i principali attrattori della costa, cioè Vasto e San Salvo. Le aree protette potrebbero rilanciare l’entroterra con un turismo lento improntato alla valorizzazione dei territori.
“Penso al cicloturismo, ai cammini,ad una economia sostenibile”, aggiunge Tomeo, “credo anche che bisognerebbe pensare a politiche di “area vasta” che comprendano la costa e l’interno. Ad esempio la Via Verde è una infrastruttura che può andare a vantaggio non solo delle aree costiere, ma anche dei territori interni. Ma deve esserci la volontà congiunta dei comuni della costa e dell’entroterra verso lo sviluppo di politiche sostenibili”.
Il presidente del Cai, Luigi Cinquina ha evidenziato dal canto suo come le risorse ambientali presenti nel territorio vastese, possano essere considerate strategie per il rilancio economico delle aree interne.
Anna Bontempo (Il Centro)