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Pilkington, incontro sindacati-azienda: esubero dei lavoratori in una situazione di stallo

Mercato, andamento economico, business degli stabilimenti, insaturazione degli impianti con relativo esubero di personale e il contratto d’espansione, sono gli argomenti trattati martedì scorso, 1 febbraio, nel corso del Coordinamento nazionale unitario di Pilkington Italia con la partecipazione della direzione aziendale.

I vertici Pilkington hanno evidenziato che i volumi produttivi per l’anno corrente e per i prossimi anni sono purtroppo influenzati negativamente dalla riduzione delle vendite di auto (oltre il 20%-25% in meno rispetto al periodo pre-Covid19), questo determina forti perdite economiche per l’azienda e fermate ricorrenti ed improvvise.

Situazione congiunturale alla quale si aggiunge la difficoltà di trovare materia prima, la transizione verso l’elettrico, che fatica a decollare, i costi energetici legati al gas quasi triplicati che stanno mettendo in ginocchio e minando la sopravvivenza dell’attività produttiva

“Una situazione – affermano le organizzazioni sindacali e della RSU della NSG Pilkington, Primo e Bravo – che aumenta il divario competitivo con i competitors europei interni ed esterni che si approvvigionano da fonti alternative (energia nucleare e rinnovabile) e che non hanno subito rincari” e “l’avvio del programma di trasformazione annunciato dal Gruppo continuerà a focalizzarsi sulla riduzione dei costi e sull’accelerazione delle automazioni di processo che dovranno consentire di ristabilire nel più breve tempo possibile l’utile economico di esercizio e la generazione di liquidità”.

Nel corso dell’incontro l’azienda ha evidenziato “che il calo del mercato auto del 20%-25% impone una riorganizzazione ed un ridimensionamento almeno dello stesso peso, aspetto che per il sito di San Salvo significa un numero consistente di esubero di lavoratori”.

La Pilkington a tal proposito ha comunicato di aver chiesto al Ministero del Lavoro “la volontà di aderire ai contratti di espansione sebbene sono molto costosi, il ministero ha dato disponibilità al confronto delle parti nel mese di febbraio: tale programma può coinvolgere solo una parte di lavoratori in esubero, ossia coloro che hanno i requisiti pensionistici di vecchiaia ed anzianità contributiva a non più di 60 mesi dalla pensione, però tale strumento non può annullare l’esubero bensì solo attenuarlo, quindi l’azienda dovrà ricorrere ad altre forme di riduzione del personale considerato anche la scadenza della cassa integrazione guadagni ordinaria il prossimo 13 febbraio”.

I sindacati hanno espresso contrarietà ai licenziamenti collettivi e ha chiesto all’azienda di chiarirne la portata degli esuberi nonché di mettere in campo iniziative volte a migliorare la saturazione delle linee produttive, a partire dal rifacimento dei Float, oltre a trovare nuove opportunità di business per tutelare i livelli occupazionali tra gli stabilimenti di San Salvo, Bravo e Primo.

La parte sindacale ha inoltre chiesto “di far accedere al contratto di espansione un numero consistente di lavoratori e trovare soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali, così che, come sempre è accaduto, nessun lavoratore esca dal ciclo produttivo in modo forzoso e creando le condizioni per un ricambio generazionale vitale per le rapide evoluzioni del mondo del lavoro”.

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