Giornata speciale per i ragazzi della classe terza A della Scuola Primaria “G. Spataro” Ic1 di Vasto, sabato 12 marzo: visita extrascolastica alla Cantina di Jasci Donatello.
I ragazzi, dopo aver affrontato in classe le tematiche relative alla coltivazione della vite, dell’azienda vinicola, del biologico, della ecosostenibilità, hanno intervistato
Donatello Iasci, il titolare dell’azienda.
Donatello Jasci ha spiegato che la sua azienda è nata negli anni ’60 e ben tre generazioni hanno dedicato impegno e passione per farla diventare quello che è ora, una delle tre aziende più importanti d’Abruzzo, con i 600.000 litri di vino che produce all’anno.
Il nome Jasci, con la J, viene fuori da un errore di stampa, ma il fondatore Pasquale Iasci ha voluto lasciare così il nome, e insieme alla foglia della vite è diventato il simbolo aziendale. Ha spiegato che l’azienda attualmente ha 33 dipendenti, 20 si dedicano alle viti, 5 alla cantina e 8 alla commercializzazione. Nei 75 ettari di vigna, dislocati nei comuni di Vasto, Pollutri e Scerni, si producono 4 vitigni autoctoni: Montepulciano, Trebbiano, Passerina, Pecorino. Tutta la coltivazione è biologica con l’uso di sostanze naturali, ma l’attenzione all’ambiente è presente in tutta l’azienda, in tutte le fasi di lavorazione. I ragazzi sono rimasti sorpresi dai grandissimi silos dei vini, dalle barrique per il vino riserva e dalle botti in legno più grandi che consentono l’importante ossigenazione del vino, dalle strumentazioni agronomiche presenti in cantina che consentono di sapere per ogni vigna, la temperatura, la pressione atmosferica, l’umidità
e la pioggia, tramite stazioni metereologiche e dall’imbottigliamento. Sono state evidenziate le materie prime, i vari tipi di vino in produzione, i premi internazionali che annualmente la cantina Jasci vince, le fiere in tutto il mondo in cui partecipa e gli stati che maggiormente acquistano il vino: Italia, Francia, Stati Uniti, Cina, Giappone.
L’attenzione costante dei ragazzi ha evidenziato come l’attività sia stata per loro di grande interesse. Hanno compreso l’importanza del vino come prodotto tipico del territorio, la complessità del lavoro di un’azienda e l’importanza
di un mercato internazionale. Chissà se tra qualche anno, qualche ragazzo non trasformi questa curiosità in qualcosa di molto più importante.