“Fare clownterapia alla frontiera dell’Ucraina, con i profughi ucraini, non è la stessa cosa che farla in ospedale. Ma è comunque un’esperienza forte ma straordinaria”, commenta Paolo Guidone, clown Ventolo dell’associazione Ricoclaun, che ha deciso di indossare gli abiti clown per portare un sorriso a Siret, estremo nord est della Romania, alla frontiera con l’Ucraina, dove è presente un campo profughi, luogo di transito di centinaia di profughi.
“Quella di ieri è una giornata che ricorderò per sempre nella mia vita. La gioia che un semplice naso rosso può fare è indescrivibile, vedere i bambini, ma anche gli adulti, sorridere e scherzare con le bolle di sapone o con qualche semplice magia è qualcosa che ha emozionato tutti, anche la stampa internazionale presente.” C’è stato il tam tam in tutti i campi profughi della zona e in poco tempo sono arrivati tanti reporter e volontari per cercare “il clown italiano” e sono rimasti tutti sorpresi della potenza che la clownterapia riesce a fare.
Una mamma ha detto a clown Ventolo: “Sei riuscito a farmi sorridere. Erano 35 giorni che non sorridevo più”. Un volontario ha commentato: “Quello che stai facendo incarna perfettamente il concetto del film “La vita è bella di Benigni”. Tra le cose che hanno colpito Paolo Guidone, nella vita avvocato a Vasto, sono stati i baci di consolazione e affetto che i figli facevano alla madre appena ha oltrepassato la frontiera. “Sono centinaia i bambini spaventati, non solo a Siret ma anche in Moldavia e proprio per questo vorrei lanciare un appello a tutti i clown internazionali e a tutti gli artisti di strada: “Il bisogno di clownterapia è molto elevato qui, se potete venite a Siret” conclude Paolo Guidone.