Dal 3 ottobre 2020 al 20 marzo 2021, in Giappone, è stata trasmessa la prima stagione di “Yashahime: Princess Half-Demon” (“Hanyō no yashahime”), serie televisiva animata prodotta dallo studio nipponico “Sunrise”. Tale serie è il sequel\spin-off del più celebre anime “Inuyasha” (2000-2010), ispirato all’omonimo manga scritto e disegnato dalla fumettista Rumiko Takahashi (autrice anche di “Lamù” e “Ranma 1\2”, n.d.r.). Il 2 ottobre 2021, invece, è iniziata la trasmissione della seconda stagione, la cui ultima puntata verrà messa in onda, in terra nipponica, oggi 26 marzo 2022. Ambedue le stagioni sono già disponibili, in lingua originale con sottotitoli in italiano, sulla piattaforma online “Crunchyroll”.
La storia di “Yashahime” inizia qualche anno dopo la conclusione di “Inuyasha” e ha come protagoniste le due figlie di Sesshomaru, le gemelle Towa e Setsuna, e la figlia di Inuyasha, Moroha. Siamo nell’Epoca Sengoku (periodo storico giapponese durato dal 1467 al 1603, n.d.r.), dove troviamo le piccole Towa e Setsuna, che vivono serenamente nella foresta. Ad un tratto un terribile incendio costringe le due a separarsi. Nel tentativo di ritrovare la sorella, Towa viene catapultata, attraverso un misterioso tunnel, nei giorni nostri. Una volta qui, la piccola viene trovata, accolta e cresciuta da Sota Higurashi, fratello minore di Kagome.
Dieci anni dopo, il tunnel si riapre e Towa riesce a ricongiungersi con Setsuna. Peccato però che questa sembra aver perso ogni ricordo della sorella. Così le due gemelle, insieme alla cacciatrice di taglie, nonché loro cugina, Moroha, cercano di scoprire la verità sul proprio passato. “Yashahime” presenta una trama molto avvincente e, sotto certi aspetti, più intrigante di quella di “Inuyasha”. Infatti mentre quest’ultimo si basava sul classico tema del viaggio dell’eroe, in cui il personaggio principale matura fisicamente ed emotivamente, “Yashahime” presenta una struttura diversa e, probabilmente, anche più complessa. Infatti le tre protagoniste, esclusa forse Towa, non sono affatto motivate a raggiungere il loro scopo e preferiscono continuare a vivere le proprie vite (insolito per un’opera d’avventura).
Di conseguenza il loro percorso di crescita e maturazione è più lento e si sviluppa per tutta la prima stagione. In effetti si può dire che la storia vera e propria comincia soltanto all’inizio della seconda stagione. Inoltre, a differenza di “Inuyasha”, in cui il tema del Tempo e i viaggi attraverso le epoche sono elementi molto marginali, in “Yashahime” essi hanno maggior importanza nella trama. Ciò, dal punto di vista narrativo, offre molti spunti intriganti che contribuiscono ad arricchire l’anime di momenti di pathos e di suspence. Un altro elemento positivo della serie è la strutturazione delle tre protagoniste. Towa, Setsuna e Moroha, infatti, sono tutte caratterizzate benissimo: lo spettatore riesce perfettamente a percepire le paure e le insicurezze, le speranze e i desideri delle eroine, instaurando con queste una specie di empatia.
Poi, in special modo nella seconda stagione, vi sono delle puntate davvero emozionanti e toccanti, capaci di sciogliere i cuori di tutti i fan. “Yashahime”, però, presenta anche grossi difetti. Ad esempio alcuni episodi, specialmente nella prima stagione, sono mal costruiti e risultano essere o troppo lenti, e quindi noiosi, o tropo veloci, e quindi confusionari. Inoltre in entrambe le stagioni ci sono delle forzature narrative ed alcune imprecisioni. Questo fa presumere che nell’editing siano stati fatti molti tagli, che danneggiano, seppur minimamente, la qualità dell’opera. Ma il difetto maggiore di questo anime riguarda due punti ben precisi: l’interazione fra i personaggi e la costruzione di quelli secondari. Per quanto concerne il primo punto, si può dire che l’interazione fra i diversi caratteri della serie è molto scarna. Infatti vengono approfonditi quasi esclusivamente i rapporti tra i personaggi principali, escludendo di fatto le relazioni di questi con gli altri. Invece riguardo il punto numero due, bisogna ammettere che la costruzione dei caratteri secondari è praticamente assente, salvo rare eccezioni. Qui urge fare un paragone con “Inuyasha”.
Effettivamente nel suddetto anime ogni singolo personaggio è strutturato e caratterizzato alla perfezione. Anche se è necessario precisare che ciò è dovuto al fatto che “Inuyasha” si ispira all’omonima opera cartacea della cosiddetta “Regina dei manga”, Rumiko Takahashi, maestra indiscussa nella costruzione dei personaggi. Invece, in “Yashahime”, come detto, solo i caratteri principali sono ben gestiti, gli altri al contrario sono poco più che delle macchiette. Un esempio su tutti è Kohaku. Il giovane sterminatore di demoni, introdotto nella precedente serie, qui avrebbe potuto rivestire un ruolo più maturo e significativo, in qualità di mentore e maestro delle protagoniste, specialmente di Setsuna, invece è stato tenuto ai margini della storia. Un vero peccato! Dunque, in conclusione, “Yashahime: Princess Half-Demon” è un bell’anime, davvero godibile, avvincente e commovente e con delle animazioni ben realizzate, ma ha dei difetti non trascurabili, che ne minano la qualità.
Cesare Vicoli