Gestione non traumatica degli esuberi e via ai 56 milioni di investimenti. A chiederlo è la Fiom Cgil che reclama il rispetto dell’accordo raggiunto un anno fa con l’azienda. In attesa che il ministero del Lavoro e l’Inps si pronuncino sulla richiesta di cassa integrazione straordinaria, fra i lavoratori c’è preoccupazione.
“La crisi della Denso – afferma Alfredo Fegatelli della Fiom Cgil Chieti – purtroppo va avanti da qualche anno. È evidente che questa situazione si sarebbe dovuta affrontare già qualche anno fa, soprattutto quando nel bilancio del 2019 i sindaci revisori avevano lanciato l’allarme. Per cercare di limitare i danni e convincere la proprietà ad intervenire per riposizionare la Denso, è stato raggiunto un accordo che prevedeva l’uscita non traumatica di tutti quei lavoratori che avrebbero potuto agganciarsi alla pensione e la previsione di 56 milioni di euro di investimenti nei prossimi cinque anni per consentire all’azienda di andare verso nuove tecnologie. Purtroppo, oggi scontiamo i ritardi del passato. Le colpe di una cattiva gestione passata non possono ricadere sui lavoratori attraverso l’utilizzo della cassa integrazione. Oggi, come Fiom – prosegue Fegatelli – chiediamo che venga rispettato l’accordo sottoscritto che prevede la gestione non traumatica degli esuberi e soprattutto che partano i 56 milioni di investimenti”.
Paola Calvano