La Sapi si ritiene diffamata per la pubblicazione di un dossier sulla vendita delle quote Pulchra e chiede un risarcimento di 250mila euro ad un attivista del Movimento 5 stelle, Angelo Del Lupo e al direttore ed editore del mensile “Vasto domani”, Giorgio Di Domenico. Inizierà il prossimo 26 maggio il processo davanti al Tribunale civile di Vasto su una vicenda che molti pensavano avrebbe potuto trovare una sua definizione già in fase di mediazione civile. Il tentativo di conciliazione, però, è fallito e la società che fa capo all’imprenditore vastese Giovanni Petroro, ha deciso di portare avanti la sua richiesta risarcitoria.
Il contenzioso ruota intorno alla pubblicazione di un opuscolo allegato al numero di gennaio 2020 del periodico vastese, attraverso il quale Del Lupo ripercorre la vicenda relativa alla vendita delle quote pubbliche detenute nella Pulchra, la società che gestisce il servizio di igiene urbana, diventata completamente privata alla fine del 2018, dopo l’alienazione del pacchetto azionario del Comune, socio al 51% della società. L’inserto pubblicato dal periodico “Vasto domani” ha ricostruito tutti i passaggi relativi alla cessione delle quote del Comune nella società per la raccolta dei rifiuti, una questione di indubbio interesse pubblico che ha fatto molto discutere in città. Del Lupo, autore del “libro bianco” , oltre a ripercorrere tutti i passaggi della vendita delle quote, ha fatto una serie di considerazioni sulla inopportunità e sulle modalità con cui il Comune ha condotto l’operazione.
Petroro, che ha avviato l’azione risarcitoria, si ritiene danneggiato per quella che definisce “una ricostruzione parziale ed imprecisa della vicenda, con l’utilizzo di espressioni diffamatorie, gravemente lesive della reputazione della società”. Del Lupo e Di Domenico, dal canto loro, sono pronti a rappresentare le loro ragioni, potendo contare sull’assistenza legale di “Ossigeno per l’informazione”, un’associazione che si batte per la libertà di stampa, che giudica questa lite “temeraria” e che ritiene “la pretesa risarcitoria sproporzionata per un giornale che diffonde poche copie (circa 500 abbonati) e che dispone di poche risorse, al punto da apparire intimidatoria e mirante a far cessare le pubblicazioni”. L’associazione ha assunto a proprie spese la difesa in giudizio di Del Lupo e di Di Domenico, tramite l’avvocato Andrea Di Pietro.