Sono tanti i particolari ancora da chiarire sulla morte di Franco Mancini, il 50enne conosciuto da tutti a Vasto come “Franchino”. Il procuratore capo della Procura di Vasto, Giampiero Di Florio è deciso a fare chiarezza sulla sua morte e su quanto accadde la notte fra il 2 e 3 settembre 2021 in cui si verificò il tragico evento. La Procura, che ha aperto un fascicolo ipotizzando l’omicidio preterintenzionale, ha annunciato al legale dell’indagato, l’avvocato Antonello Cerella, la proroga delle indagini. L’indagato è un 28enne di Vasto e sarebbe lui l’ultima persona che è stata vista parlare con Franchino.
Il giovane avrebbe dato una pacca amichevole sulla schiena di Franchino e quest’ultimo al tocco del giovane sarebbe caduto. Aiutato a rialzarsi, Franchino sarebbe stato aiutato anche a sedersi mentre qualcuno avrebbe chiamato i soccorsi. Quando alle 3 il 28enne indagato lasciò Vasto Marina, Franchino era seduto e vivo per poi essere ritrovato steso sul marciapiede alle 7 del mattino.
I risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale Pietro Falco non sono state ancora consegnate alla Procura. Sul corpo dell’uomo comunque non furono trovati lividi, ematomi o segni di percosse. Il perito confermò subito un trauma cranico che probabilmente provocò una lenta emorragia.
“È importante sapere se il trauma è stato provocato da una spinta, da una caduta accidentale o da altro“, afferma l’avvocato difensore Antonello Cerella che ha chiesto alla Procura approfondimenti sulla perizia medica.
Le immagini delle telecamere della videosorveglianza saranno un grande supporto per gli investigatori. Sul marciapiede in cui è stato ritrovato Franchino c’erano tracce di sangue. La Procura vuole fare chiarezza anche su questo. Quando è stato soccorso, il 50enne respirava ancora ma non era più cosciente. Gli operatori sanitari trasportarono Mancini al San Pio di Vasto. Medici e operatori fecero di tutto per salvargli la vita. Purtroppo l’epilogo fu tragico.
Paola Calvano