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Dopo 60 anni, nel disinteresse di sindacati e politica, hanno fatto la  “festa” alla Pilkington-NSG

Abbiamo letto della conclamata festosa ricorrenza del sessantennale della nascita del colosso vetrario vastese. Una festa , a nostro parere,  amara e  di cui  le organizzazioni sindacali e la RSU della Pilkington-Nsg  avrebbero dovuto, invece,  approfittare per sottolineare il permanere di troppe aree di aleatorietà e di mancate risposte, che confermano sia  i timori di un contesto  incapace di prospettarne il futuro produttivo, sia per presentare cosa si devono   aspettare gli operai   dello stabilimento che hanno, nel tempo, prima imparato la difficile arte del “fare vetro” e poi  perfezionato le loro esperienze sul campo,  fino a raggiungere ineguagliabili livelli di efficienza tecnologica ed operativa.

Il nostro   gioiello  è stato, purtroppo , progressivamente dismesso e svalorizzato, forse a causa degli svantaggi rispetto ai concorrenti, che sono  favoriti sia  dalla posizione centrale rispetto alla ubicazione delle principali case auto in Europa, sia dai minori costi  di produzione,  relativi alle spese per il personale e per la  energia, ma anche per colpe evidenti di  una classe politica distratta e dei Sindacati aziendali non attenti nella  valutazione delle decisioni strategiche assunte nel tempo dal Management .

La verità è che negli ultimi venti anni, ci sono stati pochissimi investimenti in prodotti e tecnologie e solo un grande spolvero di ammortizzatori sociali e di solidarietà tra operai, per una gestione compassionevole e complice della agonia aziendale, che forse si vorrebbe ancora trascinare avanti, senza sussulti.

Era impensabile arrivare tanto silenziosamente in basso e pensare di poter restare solo un braccio – obsoleto ed ingombrante – di un operatore internazionale mondiale, di cui si rischia di diventare un problema: ma senza logistica, senza vendite e senza ricerca e sviluppo, le aziende non possono vivere.

Da noi si percepisce che il vero progetto di riorganizzazione del gruppo, legato alla crisi del mercato auto ed alla fase pandemica internazionale, potrebbe prevedere solo il migliore utilizzo degli ammortizzatori sociali e il ridimensionamento ulteriore degli organici aziendali, in tutte le aree dello stabilimento , con l’avallo di Sindacati e delle RSU  e con  il ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria o Straordinaria, alla  attivazione del  Fondo Nuove Competenze (prebende pubbliche  per favorire la formazione) o ai Contratti di Espansione ( che creano un  costoso nuovo posto di lavoro ogni tre posti eliminati) .

Se ciò fosse esatto, non resterebbe che farsi lo stesso segno della croce che ci si fa davanti ad un funerale. La soluzione alla crisi va, invece, assolutamente trovata nei prodotti nuovi, nella ricerca, nello sviluppo e negli investimenti.  Non altrove.

Un destino industriale, disegnato nel tavolino della multinazionale NSG Group , non ci può quindi interessare : occorre , a nostro parere,  lavorare di più, per aumentare i volumi dei prodotti e per mantenere l’attuale dimensionamento aziendale, abbassando i costi fissi ; occorre inoltre  effettuare il revamping di uno dei due forni float ancora in esercizio , che sono il cuore del business ed è indispensabile introdurre nuovi prodotti nel settore del vetro lavorato, anche  per la produzione delle energie alternative  .

I Sindacati affermino questa verità con forza e agiscano con rapidità anche traumatica, ampliando la portata del dissenso verso chi decide il futuro degli stabilimenti NSG in Europa e scavalcando chi appare – allo stato e purtroppo – privo di qualsiasi potere diverso da quello di liquidare progressivamente l’impianto.

La politica tratti, prima che sia tardi, con il governo italiano, per difendere – a tutti i costi – i posti di lavoro del comparto vetro e con la proprietà giapponese per tratteggiare quali siano le necessità economiche e morali irrinunciabili da supportare, per superare la crisi e per rilanciare la unità produttiva di Piane Sant’Angelo.

I nostri Sindaci, i Consiglieri ed Assessori Regionali, i Deputati e Senatori, non si accontentino di promesse vaghe ma scendano effettivamente in campo, almeno per far sentire la loro presenza, al di là ed anche al di fuori delle conviviali celebrative della ricorrenza di tempi felici, ma dove potrebbe esserci poco da festeggiare.

Il Nuovo Faro di Vasto –  Edmondo Laudazi    

 

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