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La Villa confiscata ora è un caso, i proprietari diffidano il Comune

Dopo undici anni tornao in possesso della loro villa di via dei Bontempi confiscata nel 2011, ma gli eredi della famiglia Bevilacqua l’hanno trovato svuotata degli arredi e con le mura abbattute. Forti dell’ordinanza emessa ad aprile dalla Corte d’Appello dell’Aquila ora chiedono al Comune di riavere tutto quello che è sparito oltre alla risistemazione del fabbricato.

Da una prima stima il danno che avrebbero subito si aggira sui 200mila euro. Dal 2014 la villa era nella disponibilità del Comune ma nel 2019 l’ente pubblico l’aveva concessa ad una società del Nord Italia al fine di accogliere all’interno, una comunità socio educativa per minori. In questo lasso di tempo la villa sarebbe stata spogliata e trasformata.

Anche se non è stato il Comune a distruggere l’immobile è all’amministrazione comunale che il legale dei proprietari, l’avvocato Giuseppe La Rana ha inviato una diffida.

Così recita la diffida: “Ritenuto che l’immobile al momento della riconsegna non si trovava nella sua originaria consistenza chiediamo al Comune di provvedere al totale ripristino delle condizioni di fatto in cui si trovava l’immobile alla data della confisca nonché alla restituzione di tutti gli arredi ed effetti personali entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della presente”. 

Per l’avvocato La Rana “alcune porte interne e serramenti esterni risultano completamente danneggiati; il vano seminterrato è interessato da gravi infiltrazioni di acqua e la porta basculante di accesso completamente danneggiata, il gazebo esterno in legno è parzialmente distrutto con travi smontate e nell’immobile ci sono tramezzature mai esistite. L’arredo completo interno composto da mobili zona giorno, zona notte, seminterrato, bagni ed accessori (ad eccezione della cucina) risulta poi asportati così come sono stati asportati tutti gli affetti personali. Certo – continua e conclude La Rana – non è stato il Comune a trasformare l’immobile, ma l’Ente, come prevede la sentenza della Corte dell’Aquila, avrebbe dovuto riconsegnare l’immobile nella sua originaria consistenza”.

Il Comune ora probabilmente rigirerà la richiesta alla società a cui aveva affidato la struttura, ma non sarà facile ottenere la restituzione di tutti gli arredi che forse sono stati anche distrutti.

Paola Calvano

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