“È notizia di questi giorni l’arrivo in dotazione alle forze dell’ ordine della nostra città di taser, pistole a impulsi elettrici – che sparano due elettrodi posizionati su piccoli dardi – classificate come armi non letali.
L’arma fa uso di elettricità per impedire al soggetto colpito di muoversi, facendone contrarre i muscoli.
Riteniamo che queste armi, accolte con grande soddisfazione dalla Consigliera regionale Sabrina Bocchino elogiandone l’efficacia deterrente, vadano invece considerate strumenti di tortura a tutti gli effetti, come le ha già giudicate la Commissione contro le Torture dell’ONU nel 2007.
In un’inchiesta del 2019, l’agenzia di stampa britannica Reuters aveva scoperto che negli ultimi 16 anni almeno 1.081 persone erano morte negli Stati Uniti dopo essere state colpite da una pistola elettrica.
Inoltre, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma ha già messo in guardia sui rischi dell’introduzione del taser, ricordando che “il fatto che non sia letale non significa che debba essere di semplice utilizzo”, esprimendo perplessità sulla dotazione delle forze dell’ordine di tali strumenti.
Anche non valutando le difficoltà che sorgeranno nel monitoraggio del loro impiego, va considerato che gli episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine sono ancora vivi nella nostra memoria: tuttə abbiamo ancora delle ferite aperte dopo il G8 di Genova o abbiamo vivide nella memoria le foto di Stefano Cucchi dopo il pestaggio che ne ha causato la morte.
Occorre, a questo proposito, sottolineare come sarebbe opportuno introdurre le matricole identificative per le forze dell’ ordine, come raccomandato d’altronde dall’ Unione Europea già nel 2001, così come lo sarebbe dotare di bodycam tutte le auto in dotazione alle forze dell’ ordine ed investire maggiormente nella formazione di agenti che andranno in servizio tra le strade delle nostre città. Si tratta di una misura dovuta alla memoria delle vittime e a tutela di coloro che lavorano nel rispetto della dignità del proprio ruolo.
Possibile Vasto giudica rischioso e avventato parlare di deterrenza rispetto ad uno strumento controverso, i cui effetti sulla salute specialmente nelle persone più fragili sono ancora oggi oggetto di studio, la cui eticità è quantomeno opinabile. “
Possibile Vasto