Contrastare l’installazione di centrali a biometano – tra cui quella progettata a Monteodorisio dalla Stamnos Mobility – ritenute inquinanti e dannose per la salute. Nasce con questo obiettivo il movimento “No biometano in Abruzzo”, un nuovo soggetto che raccoglie intorno a se singoli cittadini, esponenti del mondo della cultura, della scienza, della politica, delle istituzioni e del lavoro.
Il movimento a cui hanno già aderito Antonio Felice (segretario regionale del Partito Comunista) Dario Leone (Movimento “Cupello Futura Umanità”) Stefano Moretti (consigliere comunale di Monteodorisio) Giuseppe Redondi (segretario provinciale di Chieti del partito comunista) Franco Paganelli (Liberiamo l’Italia – Fronte del dissenso), Claudio Di Vincenzo (Sinistra Italiana) e Silvia Tufano (artista), sta cercando nuove adesioni.
“Il Movimento si batte contro la realizzazione di impianti a biometano sia nel territorio di Monteodorisio, sia in quello di Cupello, entrambi già provati dalla presenza di ben tre vasche della discarica di Valle Cena, dalla Turbogas a Gissi, dalla Stogit a Montalfano”, spiegano i referenti, “il biogas/biometano prodotto dalla digestione anaerobica non è energia pulita, rinnovabile ed economica. Per produrre biogas bisogna digerire gli scarti organici (provenienti da rifiuti urbani, scarti agricoli, agroindustriali, fanghi di depurazione etc.) in assenza d’aria (digestione anaerobica). In queste condizioni si producono inevitabilmente inquinanti gassosi, liquidi e solidi. La digestione genera emissioni gassose nocive che, per quanto ben controllate, finiscono in parte nell’aria che respiriamo e sono dannose per l’uomo e per l’ambiente (ammoniaca, idrogeno solforato, idrocarburi e gas minori). Inoltre, vengono prodotti sempre inquinanti liquidi (percolato) ricchi di sali e metalli pesanti. La produzione di biometano non è una tecnologia economicamente vantaggiosa”, continuano i rappresentanti del Movimento, “la verità è che produrre biogas e biometano dalle biomasse è vantaggiosa solo per chi la progetta e per chi la gestisce. I cittadini non avranno alcun beneficio, anzi, i soldi elargiti dallo Stato come incentivi alle “energie rinnovabili” (tra cui hanno incluso gli impianti a biogas che producono energia elettrica o metano), provengono direttamente dalle tasche degli utenti dei servizi energetici”.
Anna Bontempo (Il Centro)