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Denso, Fiom chiede chiarezza sul futuro

Tante le incertezze sui futuri investimenti della Denso. Sono in corso operazioni per limitare le perdite. Il segretario provinciale della Fiom Cgil, Alfredo Fegatelli invoca chiarezza e afferma: “Oltre a vedere operazioni volte a risanare la situazione patrimoniale, molto contabile e poco industriale, poco si vede rispetto agli investimenti futuri. Forse è giunto il momento che l’azienda affronti la situazione per quella che è. È necessario capire quali sono le reali intenzioni degli azionisti”.

“È stato modificato – prosegue Fegatelli – il capitale sociale della Denso passato da 16,8 milioni di euro ad 1 milione di euro per compensare le perdite. Leggendo la visura camerale della Denso Manufacturing Italia SPA e il verbale dell’assemblea straordinaria del 20 giugno 2022 notiamo una grande operazione volta a riequilibrare lo stato patrimoniale della società. Dagli atti si evince che il Socio Unico, per riequilibrare la situazione patrimoniale, ha versato 133.000.000 di euro. Poi, come confermato dal verbale dell’assemblea straordinaria, è stato ridotto il capitale sociale da 16.871.009 di euro ad un milione di euro sempre per fronteggiare la situazione patrimoniale. Quindi l’operazione contabile porta ad un complessivo di 148.871.009 euro che saranno così destinati: 131.205.618 euro vanno ad integrale copertura della perdita di esercizio dell’anno fiscale 2021-2022; 17.665.391 euro vanno a parziale copertura degli esercizi precedenti lasciando un residuo da coprire di 47.114.247 euro. La cifra di 47.114.247 euro rimanente viene destinata sempre a copertura delle perdite sul nuovo bilancio”.

“Ad una prima analisi parziale – continua Fegatelli – ci sembra una strategia di corto respiro se non arrivano nuove lavorazioni e se non si continua a lavorare sull’efficienza”.

A lasciarli perplessi è anche la gestione del personale e della cig. “In alcune aree si pretende di lavorare sotto organico quando ci sono lavoratori in cig. Sono necessarie strategie che consentano di utilizzare lo strumento della cassa integrazione per rendere più efficiente il processo produttivo. Tutte queste operazioni finanziarie e contabili possono aiutare in un primo momento, ma se non si interviene seriamente sull’organizzazione interna lo sforzo fatto dall’azionista unico rischia anche di creare degli alibi che non possiamo permetterci”.

Paola Calvano

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