Sulla morte di Jois Pedone, 20 anni di Vasto, in molti c’è l’incredulità che Jois non si sia suicidato. Fino alla fine Jois ha recitato la parte del ragazzo sereno e appagato. A confermarlo è anche Nicola Grassi, l’autista che la notte fra il 20 e 21 agosto ha accompagnato lo studente a Punta Penna che afferma: “Ho portato a Punta Penna un ragazzo solare, con un grande sorriso e tanti progetti. Quando mi hanno detto che era sparito mi sono meravigliato e dopo il ritrovamento del suo corpo sono rimasto scioccato”.
Grassi era stato contattato da Jois alle 14,30 di sabato. “Ha prenotato una corsa per Punta Penna per l’1,30 di notte. In serata mi ha richiamato per ricordarmi l’appuntamento. All’una e trenta l’ho raggiunto. E’ salito sulla mia auto tenendo in mano una borsa. Mi ha detto di dover andare a Punta Penna per fare un video da mandare alla sua ragazza. Mi ha spiegato di essere uno studente lavoratore: universitario a Parma e cameriere durante le vacanze al ristorante Il Trabocco Cungarelle”.
Grassi assicura che il giovane non sembrava affatto depresso.
“Molto gentile ed educato, ha chiesto più volte se per me fosse un problema accompagnarlo fino alla spiaggia di Punta Penna. Era li che voleva fare il video. Quando è sceso mi ha pagato e mi ha detto che mi avrebbe richiamato per tornare a Vasto”.
Ma quella telefonata al Nicola Grassi non è mai arrivata. Jois è morto poche ore dopo.
Quella notte sulla spiaggia di Punta Penna c’erano altri ragazzi. Possibile che nessuno di loro si sia accorto di Jois? E’ questa una delle tante domande che al momento restano senza una risposta. Manca un movente per una scelta estrema come il suicidio. I più affezionati al ragazzo non escludono neppure l’omicidio.
Paola Calvano