È obiettivamente difficile condividere i toni trionfalistici dell’amministrazione comunale sul JBP, al di là di una legittima soddisfazione per un evento organizzativamente riuscito bene e del cui esito siamo tutti lieti. In verità nulla si dice sugli evidenti disagi patiti da molti cittadini e turisti, nonché su quelli di molti operatori economici del territorio.
Per lo spiegamento di forze di ogni tipo e di impiego di denaro pubblico, non si comprende come e cosa avesse potuto andare male, se si pensa financo al treno-ospedale, riesumato a 80 anni dalla guerra.
A netto di altre questioni ambientali – per prima la incompatibilità sull’uso dell’ecosistema spiaggia per eventi del genere – la “tombatura” di Fosso Marino è stato un vero azzardo: altro che “stronz…” come scrive in modo inopportuno (a dire poco) su un suo post l’assessore di Vasto ai cosiddetti grandi eventi.
Del resto il ritiro del WWF come sponsor del tour per la sola tappa vastese era legato proprio a Fosso Marino e allo spostamento del luna park (altro problema) pur se nessuno si è accorto della cosa di non trascurabile significato.
Data l’allerta meteo di venerdì iniziare il concerto con il rischio che la “tombatura” saltasse – come accaduto giorni fa per solo 6,4 mm di precipitazioni – è stato come scommettere sul filo del rischio per tutti; prova ne sia il caos per i 15 minuti di pioggia e forte vento del venerdì pomeriggio, a concerto iniziato.
Un evento che, a differenza di altri persi come il Siren, il NAM e il Vasto Film Festival, avrà ben poche ricadute turistiche: è nella natura stessa dei grandi eventi occasionali a differenza di quelli prima citati, la cui continuità sarebbe stata garanzia vera di “richiamo” per Vasto e il vastese.
La mancata vigilanza sulla Riserva Marina di Vasto, nonostante le promesse di Legambiente, è testimoniata da foto notturne di persone sulle dune e di tende-bivacchi nella pinetina della Riserva, che dimostrano, pur nella trascurabile entità dei danni, come le questioni naturalistiche importassero ben poco a tutti, come pure dimostrato dalla mancata inversione della posizione del palco per le emissioni sonore sul SIC coincidente quasi per intero con la Riserva Marina di Vasto.
Se si vuole cogliere suggerimenti utili da quanto successo, la rinaturalizzazione di Fosso Marino, prevista nel PDM comunale, è la prima; soprattutto perché l’intervento di “tombatura” ha aggravato in prospettiva la gestione ambientale e sanitaria del sito.
Con scrupolosa attenzione ambientale si può pensare alla istituzione di una limitata area eventi sul tipo di quella individuata nel PDM – Piano del Demanio comunale – e che oggi, per varie questioni, di fatto non esiste più, anche se artificiosamente richiamata nelle locandine del JBP.
A questo proposito si allega una mappa da Google del 2019 (estratto del PDM comunale) dove è evidente l’effettiva posizione dell’ area eventi, mentre l’area del concerto da poco svolto è indicata come area di tutela ambientale e riqualificazione anche in riferimento a Fosso Marino: ogni commento pare superfluo.
L’ individuazione di una eventuale area eventi strutturata o di grandi dimensioni non può di certo essere progettata sull’arenile; se proprio di deve, la zona di località Incoronata, oltre Acqualand – di cui si parla – potrebbe essere una buona mediazione.
Altro spunto è il decongestionamento delle auto su Vasto Marina per il quale la FIAB, altro sponsor del tour, è rimasta incomprensibilmente in silenzio, perdendo, come il WWF, un’ occasione per fare qualcosa di utile per il territorio.
In definitiva, se l’amministrazione comunale rinunciasse a praticare soli toni celebrativi e a forzature come fare passare la sterilizzazione della spiaggia per un miglioramento ambientale (cosa francamente inascoltabile!) risulterebbe più semplice individuare – se ce ne fosse per davvero la volontà – una via responsabile allo sviluppo turistico, ambientale e sociale del territorio.
Stefano Taglioli, ecologista e coordinatore GFV