Dicono no alle “ingerenze” nella gestione della riserva naturale di Punta Aderci e si oppongono al ricorso presentato al Tar di Pescara da Oasi, l’associazione che raggruppa gli operatori portuali. Wwf e Legambiente, tramite l’avvocato Francesco Paolo Febbo; hanno presentato un intervento “ad opponendum” contro il ricorso di Oasi per l’annullamento della delibera di giunta del Comune di Vasto che ha riportato da 4 a 5 i componenti del comitato di gestione dell’area protetta.
“Ci chiediamo per quale motivo l’associazione Oasi, che per sua stessa definizione e ammissione nasce per perorare interessi di natura industriale, dovrebbe ingerire nella guida della riserva di Punta Aderci”, commentano Filomena Ricci (Wwf) e Giuseppe Di Marco (Legambiente), “cioè di una delle aree naturali protette più pregiate del medio Adriatico che, insieme al Sito Natura 2000 che la contiene, conserva un ambiente con flora, fauna e habitat unici, meritevoli di tutele di tenore sovranazionale. Giunge netta la sensazione di essere in presenza dell’ennesima invasione di campo da parte degli industriali che, peraltro, non trova alcun riscontro in leggi nazionali e regionali sulla gestione di aree protette. Con i portatori di interessi particolari va sicuramente garantito il confronto, come è stato fatto e si continuerà a fare, ma nelle forme appropriate senza forzature di nessun genere”, rimarcano i responsabili delle due associazioni.
Per l’avvocato Febbo “appare evidente il conflitto tra le finalità dell’associazione Oasi e la natura del sito stesso. Un vizio che risulta del tutto invalidante, nonostante la paventata pretesa di rappresentare un non meglio definito interesse pubblico da parte dei ricorrenti. Scendendo nel merito, il legale sottolinea come l’opposizione alla nomina del quinto membro nel Comitato sembra nascondere il tentativo di paralizzare il funzionamento dell’organismo che, con 4 membri, incorrerebbe in chiare difficoltà per un’eventuale deliberazione a maggioranza”.
Insomma, secondo Wwf e Legambiente “inserire dei portatori di interessi particolari, quali quelli industriali, rischierebbe di inficiare, in una più ampia ottica, la coerenza e la fluidità delle scelte di disinteressata tutela che una riserva naturale è chiamata a garantire”.
Anna Bontempo (Il Centro)