I vigneti del Vastese sono depredati dai cinghiali. Gli agricoltori hanno giù stimato una perdita del 10-15% del raccolto e la vendemmia deve ancora cominciare. La presenza massiccia dei cinghiali ha scatenato la paura dei lavoranti. Cantine e cooperative fanno fatica a trovare vendemmiatori perchè hanno paura di fare incontri ravvicinati con gli animali selvatici.
“Non è più un problema, ma una vera e propria emergenza e come tale deve essere affrontata”, afferma categorico il sindaco di Pollutri, Nicola Maria Di Carlo che continua: “Chi lavora nel vigneto si ritrova circondato dai cinghiali. Vanno applicate soluzioni. Una di queste è la caccia”.
Ma l’emergenza non è solo nei vigneti. A rischio c’è anche la vita dei pendolari.
“Io ho seppellito solo negli ultimi giorni 26 cinghiali finiti contro altrettante vetture sulla Sp 154”, continua Di Carlo.
La soluzione suggerita dal primo cittadino è stata decisa due giorni fa dai giudici del Tar in Liguria che accogliendo il ricorso di un’azienda vinicola ha sentenziato che “il viticoltore potrà sparare ai cinghiali che devastano e si cibano dell’uva”.
Il problema dei cinghiali è confermato anche dal presidente della Cooperativa Eurortofrutticola del Trigno, Nicolino Torricella: “Il problema della presenza soprattutto notturna di animali selvatici aggrava la disaffezione per i lavori agricoli. Non si trova personale. Chi è disposto a lavorare viene pagato 70-80 euro per sei ore. Eppure vendemmiare è considerato faticoso”.
Michele Bosco, presidente della associazione Terre di Punta Aderci, solo qualche giorno fa aveva denunciato la devastazione dei vigneti di Punta Aderci.
“L’invasione dei cinghiali ormai è incontenibile ma nessuno ci ascolta”.
Paola Calvano
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