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Il rapporto tra uomo e natura: lettura leopardiana della crisi climatica e ambientale in un pamphlet di Cesare Vicoli premiato a Roma

Allora Cesare, un altro saggio breve ed un altro premio dopo “L’estate comincia a 43 anni” dello scorso anno premiato sia a Grottammare che a Roma. Questa volta hai affrontato un tema di scottante attualità: la crisi climatica e ambientale in atto come conseguenza dell’ancestrale conflitto uomo-natura.  

Il primo a mettere in evidenza tale conflitto, in contrasto con l’idea romantica di natura, fu appunto Leopardi che due secoli fa si guadagnò l’appellativo di pessimista o, per dirla in termini moderni, di “sfigato”. In realtà la grave crisi in atto dimostra che il Recanatese aveva capito tutti i principi che sono a fondamento del meccanicismo della Natura il cui scopo è solo la perpetuazione della vita e delle specie mentre è del tutto indifferente di fronte ai desideri e alle aspettative di ogni singolo individuo.

Il tuo pamphlet si intitola “Pessimismo cosmico o cosmica intuizione? La crisi climatica e ambientale alla luce del pensiero leopardiano”, un titolo che cerca di ribaltare la critica letteraria di due secoli. Non ti sembra velleitario?

Nessuna velleità. Io non aggiungo niente al pensiero leopardiano, non ho fatto altro che rileggere la sua poetica di fronte all’attuale e insanabile conflitto uomo-natura che potremmo così riassumere: Se sta bene la Natura, sta male l’uomo; se sta bene l’uomo, sta male la Natura e di conseguenza l’essere umano che della Natura è parte integrante. Quindi è sempre l’uomo a soffrire.

E questo non lo chiami pessimismo?

In questo mio pamphlet, che in copertina riporta un disegno di Laura Del Casale, si riportano numerosi esempi, in più di un ambito, attraverso cui si dimostra proprio quello che ho appena detto. Devo riportarne qualcuno? Eccone un paio: la produzione agricola è aumentata di quasi venti volte rispetto al Medioevo, ma tale esponenziale aumento è stato raggiunto solo grazie all’uso di diserbanti, pesticidi, concimi che, oltre ad essere cancerogeni, sono responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere e, paradossalmente, dell’impoverimento dell’humus dei terreni. Secondo esempio. Un tempo si moriva di fame e di fatica. Oggi, nei Paesi del Primo mondo, si mangia cinque volte al giorno, un operaio vive meglio di un imperatore rinascimentale perché ha una casa calda d’inverno e fresca d’estate, può muoversi senza fatica ed essere da una parte all’altra del mondo in poche ore d’aereo. Ebbene, oggi il nemico numero uno della nostra salute è proprio la sedentarietà e dunque l’obesità, questo perché il nostro organismo è stato programmato per vivere in condizioni di penuria di cibo e di continui affaticamenti fisici. Dunque, come dico in un paragrafo del mio libello, “nella savana o in poltrona il risultato non cambia”.

Quindi, secondo te, Leopardi non era un pessimista, ma un attento osservatore che, con la sua sensibilità e intelligenza, è riuscito a comprendere il funzionamento dei meccanismi e fenomeni naturali e a evidenziarne lo scopo?

Esatto. Che poi l’unico vero scopo è, da un lato, la vita per la vita in un perpetuo ciclo di produzione e distruzione; dall’altro una certa crudeltà verso tutti gli esseri viventi, in particolare verso l’uomo tanto da poter essere definita “Madre di parto e di voler matrigna”. Una crudeltà che Leopardi mette inoltre in evidenza in questi famosissimi versi:

O natura, o natura, Perchè non rendi poi Quel che prometti allor? perchè di tanto Inganni i figli tuoi?

A ciò si deve aggiungere un altro aspetto importantissimo: il progresso tecnologico esponenziale, che si è registrato a cominciare dalla seconda metà dell’Ottocento e che si credeva essere la panacea di tutti i mali dell’umanità, non solo non ha portato agli uomini la tanto agognata felicità, ma anzi nuove insoddisfazioni esistenziali ed ora palesi minacce alla sua stessa esistenza. 

Nella tua trattazione cerchi di confutare un classico della critica letteraria cosiddetta psico-analitica secondo cui se Leopardi non fosse stato gobbo e avesse conosciuto l’amore di una donna, la sua poetica avrebbe preso un’altra direzione.

Credo che sia una grande sciocchezza. A dimostrazione della non validità di tali teorie ho preso l’esempio del nostro Gabriele d’Annunzio, il viveur per antonomasia della letteratura italiana. Egli è stato l’antitesi di Leopardi sia per poetica che per modus vivendi. Il Vate ha avuto, contrariamente al poeta-filosofo, successo letterario in vita, successo con le donne, gloria patriottica, è vissuto in salute e nel lusso… insomma è stato forse l’autore più lontano da Leopardi, eppure nella fase finale della sua esistenza, nel cosiddetto periodo del “Notturno”, egli giunse alle stesse conclusioni del Recanatese, a dimostrazione che il pensiero del poeta-filosofo ha valenza universale.

In questo saggio breve, si parla di pandemia da Covid-19 un’occasione che avrebbe potuto finalmente vedere tutti gli uomini solidarizzare tra di loro (la famosa Socialcatena leopardiana) contro l’unica vera nemica che è la Natura, in questo caso manifestatasi attraverso la malattia. Ed invece…

Già. Invece… Invece ancora una volta gli egoismi hanno preso il sopravvento, così il programma Covax che avrebbe dovuto garantire i vaccini anche a coloro che vivono nelle aree meno sviluppate del pianeta si è infranto di fronte ai brevetti delle grandi case farmaceutiche. Per non parlare delle guerre e del clima bellico che si respira su tutto il pianeta, in un momento delicatissimo per la stessa sopravvivenza della specie umana.  

Il tuo libello ha vinto il “Premio della Giuria” al IX Concorso Caffè delle Arti di Adro (BS), anche se la premiazione si tiene ogni anno a Roma. Quale è stata la motivazione?

E’ un po’ lunga, ma leggiamola insieme:

Originale interpretazione di un tema attuale, attraverso la letteratura classica, e non solo, in cui il poeta recanatese diviene quasi un pretesto e una lecita provocazione, per introdurre l’argomento. Oltre a mettere dei dubbi sull’interpretazione letterale del pessimismo cosmico leopardiano, Cesare Vicoli, tramite il suo breve ma sostanziale saggio, dà al lettore la possibilità di vedere quanto il poeta possa essere considerato un cronista della visione umana, o dello scontento della maggior parte della stessa umanità. Testimone, dunque, di quella condizione che ha portato a un deterioramento della qualità di vita, conseguentemente al degrado ambientale, derivato proprio da esasperati e sconsiderati tentativi di migliorare la stessa.

Giustamente conforme al protocollo saggistico, l’autore conclude la tesi ma, merito aggiunto, lo fa ritornando direttamente al Leopardi, riportandone un brano, scegliendolo in maniera perfettamente appropriata e fra i meno conosciuti, riuscendo così a chiudere creativamente il cerchio, da autentico artista.

Come è nata questa passione per Leopardi?

Sono sempre stato affascinato dalla poetica del Recanatese a tal punto che, prima ancora che nascessi, ho “partecipato” ai festeggiamenti del Bicentenario della nascita del poeta-filosofo: era il 29 giugno 1998, mi trovavo nella pancia di mia madre ed avevo 28 settimane di vita. A dimostrazione di ciò, c’è una foto “fetale” che mi “ritrae” davanti “Casa Leopardi”. Con questi presupposti non è stato poi difficile condividere la stessa passione di mio padre.

Sei stato premiato per la sezione saggi inediti e, cosa interessante, è che il tuo pamphlet è entrato a far parte della miscellanea 2021 pubblicata dal Centro Nazionale Studi Leopardiani (CNSL) di Recanati.

“Sapere che questo mio lavoro resterà negli annali del CNSL è per me motivo di grande soddisfazione.”

Il Premio della giuria ti è stato assegnato per la sezione “saggi inediti”, ora però il libello è stato pubblicato.

Sì, il premio ricevuto e l’apprezzamento del Centro Nazionale Studi Leopardiani mi hanno spinto alla  pubblicazione. Ora il mio pamphlet è sottoposto alla valutazione della Contessa Olimpia Leopardi affinché possa essere venduto nella libreria di famiglia come già è accaduto per il calendario ed il lunario leopardiani da me realizzati negli anni scorsi in collaborazione con Sara e Paola Di Tanna. Speriamo bene.

Per i nostri lettori riportiamo qui di seguito gli estremi del volume insieme all’indice:

“Pessimismo cosmico o cosmica intuizione? La crisi climatica e ambientale alla luce del pensiero leopardiano”, Il Torcoliere, € 5,00. In vendita nelle migliori librerie e su Amazon.

INDICE: Introduzione; Le innovazioni agricole che hanno sconfitto la fame; Rivoluzione industriale e diffusione del benessere; Rivoluzione digitale: ultima illusione “progressiva”; Igiene e ambiente: un paradossale ossimoro ; Effimerità ed efferatezza dell’atto sessuale; Quando il cibo è contro-natura; Sovrappopolamento: una bomba a orologeria; Quell’abbondanza che uccide; Pandemia da Covid 19: quando sta bene la Natura e soffre  l’uomo; Next Generation Green: crescita sostenibile o decrescita poco felice? ; Nella savana o in poltrona il risultato non cambia; Ma quale pessimismo cosmico!; Crisi climatico-ambientale e Socialcatena: Occasione persa?; Per davvero non si torna indietro?; Se Leopardi non fosse stato gobbo e avesse conosciuto l’amore; Conclusioni; Operetta morale: Dialogo di un folletto ed uno gnomo.

  • Diploma_page-0001
  • Casa Leopardi_page-0001
  • Copertina libro_page-0001

 

 

 

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