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Abruzzo fanalino di coda per energie rinnovabili, pochi fondi e progetti

“Se si analizzano gli ultimi rapporti pubblicati dal GSE sulle fonti rinnovabili attivate in Italia, si scopre che la Regione Abruzzo si posiziona verso il fondo della classifica delle regioni per energia installata e prodotta da sole, vento e acqua. Eppure nella situazione attuale in cui versa l’Italia, con una grave crisi finanziaria scaturita soprattutto dall’aumento spropositato delle componenti energetiche, le Regioni dovrebbero impegnarsi a incentivare lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili e dovrebbero farlo attraverso la messa in campo delle importanti risorse messe a disposizione dal PNRR e dal FESR 2021-2027” ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari che spiega nel dettaglio “Se prendiamo la classifica della potenza prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili realizzati nelle regioni, riportata nel rapporto statistico sull’energia da fonti rinnovabili del 2020, l’Abruzzo si posiziona all’undicesimo posto con soli 2.078,1 MW su 56.585,8 MW di potenza installata in Italia. Una percentuale pari a solo il 3,7%, rispetto ad esempio alla Lombardia che si attesta il 15,3%, il Veneto con 6,4%, il Piemonte con l’8,6%, l’Emilia Romagna con il 5,7% e la Puglia con il 10,4%.

Ancora più grave è la situazione che si evince dal grafico relativo alla produzione. La Regione Abruzzo scivola ancora più in fondo nella classifica posizionandosi addirittura terzultima, al 17° posto, con una produzione di 2.691,6 GWh, su 116.914,7 GWh prodotta in Italia. Pari cioè al 2,3%.

Anche dal rapporto relativo al solare fotovoltaico 2021 non arrivano buone notizie. Infatti nella nostra regione sono stati realizzati solo 1.688 impianti e siamo una di quelle con più basso numero di nuove installazioni. Di conseguenza anche nella produzione di energia elettrica da fotovoltaico l’Abruzzo si posiziona verso il fondo della classifica, con appena 909,9 GWh prodotti.  Solo il 3,6% della produzione Italiana. Per capire quanto è bassa questa percentuale basta pensare che ci sono regioni che da sole producono il 9% del totale  italiano come il Veneto o il 10,2% della Lombardia o il 15,5% della Puglia.

Infine, anche per quanto riguarda i sistemi di accumulo, cioè gli importanti impianti in grado di immagazzinare l’energia prodotta per poi utilizzarla in momenti di maggiore fabbisogno, l’Abruzzo è  anche qui fanalino di coda, con solo 1.372 sistemi di accumulo, su 76.886 installati in Italia.

Davanti a questi numeri impietosi il centrodestra alla guida di Regione Abruzzo avrebbe dovuto predisporre un piano di potenziamento della produzione di energia da fonti rinnovabili, fotovoltaico ed eolico. E avrebbe dovuto farlo prevedendo l’utilizzo di importanti risorse messe a disposizione dal PNRR e dal FESR. Invece, nella proposta regionale dell’Abruzzo per il PNRR, di oltre 4 miliardi e nella nuova programmazione economica del FESR 2021-2027, sono state destinate all’implementazione di impianti fotovoltaici solo le briciole.

Nello specifico nella proposta per il PNRR l’Abruzzo ha previsto un solo progetto dedicato specificatamente a incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici su cave dismesse, con una previsione finanziaria di “miseri” 5 milioni di euro. E il grosso dei fondi, circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, sono stati destinati esclusivamente allo sviluppo dell’idrogeno.

Mentre nella nuova programmazione del FESR, relativo al contributo dell’Unione di oltre 160 milioni di euro, sono state previste solo due linee di finanziamento specifiche per supportare la produzione di energia rinnovabile, negli spazi pubblici e nelle aree pubbliche caratterizzate da passività ambientale. A questo scopo la dotazione finanziaria complessiva è di circa 9 milioni di euro, da suddividere comunque con altre tipologie di impianto, come per esempio gli impianti a biomasse.

Ma perché la Regione Abruzzo prevede investimenti per miliardi per l’idrogeno e solo pochi milioni di euro per incentivare la costruzione di impianti fotovoltaici?

L’Idrogeno verde è una soluzione, ma non l’unica soluzione! Infatti rappresenta solo una piccola parte del mix energetico proposto dell’UE e presenta ancora molti ostacoli, tecnici e commerciali. E a dirlo non è il sottoscritto, ma coloro che stanno realizzando il più grande impianto europeo per la produzione di idrogeno verde. Senza considerare il grosso limite relativo ai costi di produzione: per produrre un kg di idrogeno occorrono dai 50 ai 65 kWh. Una quantità enorme in un contesto, come quello italiano, dove solo il 30% circa del fabbisogno energetico interno è prodotto dalle fonti rinnovabili e, come abbiamo visto, l’Abruzzo non brilla affatto in tal senso.

Non è concepibile che chi è alla guida della Regione punti solo all’idrogeno, incontrando società “planetarie” del settore, così come dichiarato sulla stampa dall’Assessore Campitelli, senza prevedere un adeguato piano di sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili in grado di intercettare quegli imprenditori, che da anni vogliono investire miliardi di euro per la costruzione di impianti fotovoltaici in Italia e rimangono inascoltati.

L’opportunità che si sta perdendo è quella di riuscire a mettere in campo un piano di investimenti pubblico/privato che punti alla copertura totale del fabbisogno energetico interno dell’Abruzzo, con energia prodotta da fonti rinnovabili o addirittura riesca a creare un surplus di energia da rivendere ad altri territori, creando posti di lavoro e risorse per il territorio. La verità è che il centrodestra a trazione Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia si conferma una compagine politica poco sensibile ai temi ambientali. E questo è impossibile da accettare mentre il mondo intero guarda al green e alla produzione di energia pulita attraverso fonti naturali come sole, acqua e vento” conclude.

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