Qualche giorno fa il Sindaco di Cupello, in seno al Consiglio Comunale in cui si discuteva di una mozione presentata unitariamente dai gruppi di minoranza, ha annunciato di aver già proposto querela contro i supposti responsabili di una ipotetica “diffamazione” ai danni della pubblica amministrazione, che porta il nome di “delibera bavaglio”.
Ieri mattina è stato diramato un comunicato stampa con il quale il Presidente del Consiglio Comunale Filippo D’Angelo e il Consigliere di maggioranza Tommaso Boschetti, hanno voluto spiegare il loro voto contrario alla mozione congiunta della minoranza, con la quale si invitava la maggioranza a retrocedere dal proposito di imbavagliare il dibattito pubblico sulla vita politica della comunità locale.
Hanno chiarito il Presidente D’Angelo e il Consigliere Boschetti, che essi avrebbero a malincuore votato contro la suddetta mozione, ma lo avrebbero fatto “semplicemente perché ritengono che la mozione non è lo strumento adatto per redimere o risolvere questa spiacevole situazione che si è venuta a creare circa i post accusatori e diffamatori contro l’Amministrazione comunale…”.
Il dato politico che sembrerebbe emergere da una prima lettura delle dichiarazioni dei suddetti componenti della maggioranza è che la stessa si è presentata quantomeno divisa al voto.
Ma non emerge solo questo dato. È tutto il resto ad essere davvero inquietante.
Si terrà infatti in debita considerazione, che da tempo si parla di post diffamatori, ma ad oggi si continua ad ignorare di cosa si stia effettivamente parlando.
Infatti, la giunta comunale di Cupello ha approvato e pubblicizzato una delibera liberticida con la quale si autorizzava il Sindaco a proporre una querela contro i supposti responsabili degli ipotetici post “diffamatori”.
Ci si è subito chiesti che senso avesse questa procedura pubblica così tanto proclamata e reclamata al tempo stesso, visto che:
1. non v’era alcuna necessità che la giunta autorizzasse il Sindaco a fare una querela;
2. non v’era nessuna ragione per la quale gli uffici comunali individuassero la figura professionale a cui dare l’incarico, visto che in nessun caso avrebbe poi dovuto o potuto pagare la pubblica amministrazione;
per concludere che la ragione era senz’altro da rintracciarsi proprio nella volontà della maggioranza di destra che governa il paese, di imbavagliare ogni forma di dissenso al suo operato.
In altri termini, la maggioranza non intendeva tutelare la sua onorabilità ma voleva far sapere che intendeva farlo.
E per molto tempo la ricerca frenetica di post potenzialmente offensivi ha occupato il campo più di ogni dibattito doveroso sulle discutibili scelte della destra governante.
Fin quando si è deciso di non rincorrere più le voci che ad arte metteva in giro la stessa maggioranza, per spostare l’attenzione della comunità dai temi fondamentali del dibattito politico – istituzionale, chiedendo di riempire quegli strani “omissis” e capire cosa poteva averla offesa.
E invece, la maggioranza ha opposto un incredibile rifiuto anche ai consiglieri di minoranza ad ogni conoscenza effettiva.
Il che non può essere per legge!
La delibera è un atto amministrativo e in nessun caso può contenere parti o documenti sottratti alla conoscenza dell’opposizione. Né vale parlare di privacy visto che i consiglieri comunali di minoranza, al pari di quelli di maggioranza, hanno diritto di accedere a tutti gli atti della pubblica amministrazione, assumendo in relazione ad essi gli stessi doveri di riservatezza che assumono quelli di maggioranza e chiunque venga a conoscenza dell’atto amministrativo per ragioni del suo ufficio.
Cosa si deve concludere allora?
Che c’è un cuore vivo e pulsante della vita del piccolo paese che si oppone all’amministrazione comunale che deve “redimersi”, (dicono i consiglieri D’Angelo e Boschetti), e dovrebbe farlo prima ancora di una reale presa d’atto di un eventuale eccesso (che si tende ad escludere) nell’uso della parola o dello scritto, nella sacrosanta e doverosa azione di denuncia dell’operato di un’amministrazione alla deriva nella quale “la destra non sa cosa accade alla sua destra” e che ha condotto le casse comunali all’agghiacciante nota situazione di pre dissesto e pagare i “balzelli”, da buoni sudditi senza neppure troppo infastidire chi comanda pena la distruzione umana, politica e sociale di chi dissente. Urge dunque, una grande assemblea unitaria di tutte le forze democratiche, di tutti i concittadini e di tutto il Vastese non solo per la difesa del diritto di critica e della libertà di espressione, ma soprattutto per lanciare un percorso di confronto sull’idea di territorio e sulla sua prospettiva futura che affermi a Cupello la democrazia piena e una classe dirigente finalmente all’altezza delle sfide che la storia ci pone.
Ass. Culturale “Comunque insieme per Cupello”
Risposta Civica
Insieme per Cupello
Movimento “Cupello Futura Umanità”
Comunisti Cupello
Partito Democratico
Attivisti Cupello Movimento 5 stelle