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Chi salverà i pochi olivi secolari rimasti a San Salvo?

In passato il territorio sansalvese era circondato da boschi fitti di querce maestose. Dal bosco, la popolazione ricavava la legna per difendersi dai freddi inverni e per cuocere gli alimenti. Il bosco era popolato da molte specie selvatiche: cinghiali, lepri, volpi, daini, ricci, caprioli, puzzole, tassi, serpenti, marmotte.

ùLa fitta vegetazione offriva cibo e riparo a molte specie di uccelli: falchi, civette, merli, colombe, starne, tordi cardellini, gazze, gufi, fagiani. I cacciatori non tornavano mai a casa con il tascapane vuoto. Il bosco era la meta preferita della gente per le passeggiate domenicali a piedi e a bordo dei carretti.

Durante l’ultima guerra mondiale, un battaglione di soldati procedette a forti tagli per farne traversine ferroviarie. Nel 1950, l’amministrazione comunale di San Salvo concesse i predetti terreni in affitto a poco prezzo ai mezzadri e ai nullatenenti. Di quelle querce secolari solo una è presente nel giardino pubblico adiacente alla via Leone Magno. La regina del paese contribuisce alla pulizia dell’aria ed a fornire ossigeno Il territorio di San Salvo fino a pochi anni fa era ricco di olivi secolari.

Si assottiglia sempre di più il numero. Si possono trovare esemplari ancora vivi nelle immediate vicinanze di via Gargheta, Nuova Circonvallazione e via Terracini. Le motoseghe sono in agguato, pronte ad intervenire. Tagliare gli ulivi secolari per rivendersi la legna è un atto vile e assurdo. Bisogna intervenire prima che i nostri ultimi olivi secolari subiscano la stessa sorte delle querce.

Michele Molino

 

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