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Dai 30 ai 40 anni: Gabriella Taddei, il coraggio di andarsene dall’Italia

Dai 30 ai 40 anni: Gabriella Taddei, il coraggio di andarsene dall’Italia

Oggi è tecnica informatica in Germania, un Paese che le ha dato un futuro

Cinque anni fa, Gabriella Taddei, ha deciso di partire con coraggio verso la Germania: l’Italia non le offriva grandi possibilità di impiego. Ha seguito le sue radici in modo inusuale, perché è nata in Svizzera e ha vissuto parte della sua infanzia lì. I suoi genitori si erano conosciuti nel cantone svizzero tedesco di San Gallo, erano andati entrambi a lavorare all’estero; negli anni Sessanta sia in Abruzzo sia in Basilicata, regioni d’origine dei due, era duro vivere e trovare lavoro. Quando aveva 4 anni, sono tornati in Italia e si sono stabiliti prima a Laurenzana in Basilicata, poi a Fossacesia in Abruzzo. La storia della famiglia Taddei è fatta di sacrifici e grandi rinunce, come quella di molte altre famiglie di ieri e di oggi. Il padre di Gabriella e delle sue sorelle, ha scelto di rimanere a lavorare in Svizzera, lontano dai suoi affetti più cari, per assicurare loro un futuro migliore. Con impegno e sacrificio, Gabriella ha trovato quel futuro migliore in Germania, dove oggi, a 39 anni, vive Schöneck, a 20 km da Francoforte sul Meno (nella foto in primo piano)

Di cosa ti occupi in Germania?

Lavoro come tecnica informatica nel reparto IT del comune di Dietzenbach. Ci occupiamo della rete informatica comunale. I server che gestiamo internamente, ci permettono di monitorare il funzionamento dei dispositivi di tutti i dipendenti comunali, circa 450 persone.

Ripariamo e preveniamo guasti all’interno del sistema, forniamo PC e computer portatili ai nuovi dipendenti e ne curiamo l’attivazione. Ad esempio, se è assunto un nuovo poliziotto o un vigile urbano, siamo noi a dare Smartphone e PC in ufficio e altri dispositivi mobile, lo stesso se arriva una nuova collega dell´ufficio tributi che necessita per esempio di software di gestione finanziaria. Per una nuova direttrice/un nuovo direttore di un kindergarten (da 2 anni e mezzo a 6 anni) pubblico forniamo computer e stampanti per il suo ufficio e i tablet per i bambini.

E cosa per la maggior parte dei comuni italiani fantascientifica…..

Stiamo digitalizzando tutti gli atti comunali da quegli dell’Anagrafe ai vari archivi.

I primi tempi in Germania: qual è stato l’ostacolo più difficile da superare?

La lingua, senz’altro. In ambito quotidiano, a Francoforte e dintorni, comprendono anche l’inglese, ma basta spostarsi un po’ e la gente comune parla principalmente tedesco. Per questo, ho deciso di partire per la Germania con il programma europeo AU PAIR, che prevede determinate ore di lavoro come ragazza alla pari in cambio di vitto, alloggio e una piccola retribuzione settimanale. In questo modo, ho avuto più tempo per studiare il tedesco e guadagnare qualche soldo allo stesso tempo.

All’inizio non è stato per niente facile; anche perché non mi trovavo bene con la famiglia che mi aveva scelta. Ho svolto per due anni il lavoro di ragazza alla pari con una famiglia che è diventata come una seconda famiglia per me. Mi sono impegnata molto per lavorare e studiare allo stesso tempo.

Cosa ti ha spinto ad andartene dall’Italia?

Ho fatto girare il mio curriculum un po’ dappertutto; senza nessun risultato di rilievo. Richiedevano la laurea in Ingegneria Informatica o simili + molta esperienza, ma come fai all’inizio? Io avevo la maturità scientifica, esperienze di riparazioni a domicilio, competenze sia su software sia su hardware.

Avevo iniziato il percorso di Ingegneria informatica presso l’università degli studi dell’Aquila, ma ho proceduto con molta difficoltà, perché mi rendevo conto che non era in linea con le mie aspirazioni: c’era molta teoria che non corrispondeva ad altrettanta pratica nella gestione dei sistemi informatici, quello che mi interessava di più. Poi, nel 2009 il terremoto non ha fatto che peggiorare la mia situazione; anche se non mi trovavo lì quella notte, è stata dura per me affrontare il post 6 aprile, come per tutti gli studenti che vivevano all’Aquila.

Ma non ti sei arresa….

Sono tornata a Fossacesia e ho cercato di riprendere in mano la mia vita, di continuare a studiare da autodidatta l’Informatica, a fare pronto intervento a domicilio tramite il passaparola, a guardarmi intorno.

Nel 2011 ho frequentato il corso per Tecnico di progettazioni di Reti Informatiche finanziato dallo IAL (Innovazione Apprendimento e Lavoro) della regione Marche che ho concluso con il massimo dei voti. Era molto specifico, ho imparato a progettare e organizzare una rete informatica in ambito aziendale con il sistema Windows e Linus. Alla teoria è seguita la pratica: i docenti, tutti molto preparati ed esperti, ci hanno fatto costruire una rete informatica aziendale e poi il percorso si è concluso con un tirocinio che ho svolto presso la sede regionale Marche della Coldiretti.

L’attestato di Tecnico di progettazioni di Reti Informatiche, non contava nulla nei colloqui che ho fatto; preferivano una laurea, che non dà molta preparazione pratica.  In Germania, invece, il mio titolo è stato preso in considerazione e mi ha permesso di ottenere l’AUSBILDUNG presso il comune dove lavoro oggi.

In cosa consiste l’ AUSBILDUNG?

E’ un percorso alternativo all’università, previsto dal sistema dell’istruzione tedesco, che ti forma e ti permette di lavorare allo stesso tempo, essendo retribuita. Ha la durata di 3 anni, con possibilità di assunzione a tempo indeterminato. A me personalmente, hanno offerto anche la garanzia di un altro anno con assunzione a tutti gli effetti. Non credo che, ad oggi, esistano degli equivalenti così ben regolamentati in Italia.

Quando è nata la tua passione per l’informatica?

Inizialmente per gioco, già dalle scuole medie mi sono avvicinata ai computer grazie alla passione per i primi videogame come Prince of Persia che erano sui dischetti magnetici.

Successivamente ho cominciato ad approfondire il funzionamento del computer quando c’era la versione di Windows 3.5 e poi a confrontarmi con Windows 98. Windows 3.5 aveva l’interfaccia nera DOS e bisognava scrivere i comandi per aprire le varie cartelle; era più difficile rispetto alle successive versioni che a partire da Windows ‘95 necessitavano solamente di un doppio clic per esplorare i file nel computer.

Secondo te perché le ragazze in Italia si avvicinano così poco rispetto ai ragazzi al settore informatico?

Forse dipende dalla mentalità tradizionalista italiana per cui le ragazze sarebbero più portate per le discipline umanistiche; poi la scuola dell’obbligo non aiuta perché non offre attività laboratoriali specifiche, invece dovrebbe farlo, come succede qui.

In Assia, il Land a cui appartiene Francoforte, gli alunni già dagli 11/12 anni svolgono laboratori pratici per programmare e per realizzare microcircuiti elettronici; imparano ad usare Arduino, un circuito integrato che serve per la domotica, e Raspberry Pi, un computer a scheda singola da programmare che funziona su base Linux. Penso che lavorare con questi due sistemi basici sia uno stimolo per tutti i ragazzi ed escluda gli stereotipi di genere.

Quindi in Germania non esiste questa disparità nel settore dell’informatica?

Dalla mia esperienza personale, i risultati di questa strategia si notano: nel mio reparto, siamo 3 donne su un totale complessivo di 7 tecnici informatici. Naturalmente, la mia non è una visione d’insieme, ma credo sia difficile trovare in Italia questo rapporto così equilibrato tra percentuale femminile e maschile in un team di tecnici informatici.

Torneresti in Italia?

Mi piacerebbe tornare: mi mancano gli affetti, le mie origini, ma non ci sono le condizioni lavorative e sociali. Non mi sentirei realizzata né dal punto di vista personale né lavorativo: l’Italia, è un po’ strano dirlo vivendo in Germania, è un Paese che sta diventando molto conservatore e troppo spesso dà solo in apparenza spazio alla molteplicità di pensiero e ai diversi modi di vivere.

Per quale aspetto l’Italia dovrebbe prendere esempio dalla Germania?

Quello che più mi ha stupita è il senso civico delle persone, non esiste “farsi i fatti propri”, la maggior parte agisce secondo le regole e rispetta le leggi, ha grande cura degli spazi pubblici. Anche chi non è cresciuto qui, assorbe questa mentalità.

Lavorando in un’amministrazione comunale, noto in prima persona la mancanza di favoritismi e corruzione. Quando ho preso una multa per eccesso di velocità (irrisorio, n.d.r.), è stato proprio un mio collega a verbalizzarmela, ma non si è certo sognato di chiudere un occhio perché mi conosceva e lavoravo con lui. E’ chiaro, poi, che esiste la delinquenza anche qui, la Germania non fa eccezione.

E la Germania dall’Italia?

La spontaneità, ma quella genuina, non artefatta. Qui per andare a trovare un conoscente o un amico  “devi prendere appuntamento” circa una settimana prima!

In ambito lavorativo, questa rigidità è ancora più palpabile; si tende ad essere inflessibili sulle procedure da seguire; questo è sicuramente positivo, ma certo non si opta per un metodo alternativo, più efficiente e allo stesso tempo corretto, che non sia stato ancora perfettamente regolamentato.

Nausica Strever

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