Lo scorso mese di luglio l’inaugurazione dello Sporting Club alla presenza del sindaco Francesco Menna e di buona parte della giunta comunale. Ieri il sequestro disposto dalla Procura ed eseguito dalla polizia locale per opere abusive in zona sottoposta a dissesto idrogeologico (non a caso il Parco Muro delle Lame viene chiamato dai vastesi “la frana”) e con vincolo paesaggistico. I sigilli sono scattati per il ristorante, la piscina e il bar realizzati dal raggruppamento di imprese Sporting club Vasto e Polisportiva Promo Tennis, aggiudicatario della gestione dell’impianto sportivo Parco Muro delle Lame di proprietà comunale.
Per molti il sequestro richiesto ed ottenuto dal procuratore capo Giampiero Di Florio suona come un fulmine a ciel sereno. In realtà così non è. Da diversi mesi erano scattati gli accertamenti sui lavori eseguiti in quella zona, non in seguito ad una denuncia anonima, ma ad opera dell’ufficio urbanistico comunale che, dopo un sopralluogo tecnico aveva riscontrato la realizzazione di opere abusive notiziandone la Procura.
L’accelerata sulle indagini c’è stata nelle scorse settimane dopo alcuni controlli sulle autorizzazioni commerciali effettuati dal tenente Antonio Di Lena della polizia locale. Anche in questo caso il rapporto è finito sul tavolo del procuratore Di Florio.
Che succederà ora? Sul piano giudiziario c’è da aspettarsi sicuramente la mossa, legittima, dei legali dello Sporting Club che chiederanno il dissequestro degli immobili. Ma è chiaro che su una vicenda del genere non può non aprirsi anche un caso “politico” con le opposizioni decise a portare la questione in aula per incalzare l’amministrazione comunale. Di sicuro c’è molto imbarazzo in Comune dopo il sequestro di ieri.
Anna Bontempo