Domenica 18 dicembre, sin dalle ore 11,00, grande tennistavolo a Vasto o forse per meglio dire a Scerni. “Si perché l’Amministrazione locale non solo non ci hai mai supportato in niente ma non ci ha nemmeno mai riconosciuto” riferisce assai polemico il Presidente Comparelli che poi ha così continuato “ Siamo l’unica Associazione sportiva vastese, e tra le pochissime in Abruzzo, a disputare due campionati di vertice ma questa Amministrazione ci ha sempre e costantemente ignorati e quindi siamo costretti a trovare ospitalità fuori dai confini cittadini.
Il rapporto tra l’ASD Tennistavolo Vasto ed il Comune di fatto non c’è mai stato al di là delle dichiarazioni di facciata del primo cittadino.
Se mai ci sia stato un segnale da parte della Pubblica Amministrazione vastese è stato sempre di avversione nei nostri confronti mai di stima o di apprezzamento.
Eppure ci chiediamo cosa avremo mai fatto per meritare un simile trattamento.
Anche le nostre ragazze, per quanto giovanissime e per lo più locali, non sono mai state neanche chiamate in Comune per un attestato, una pacca sulla spalla, un semplice grazie; eppure portiamo il nome di Vasto ed il logo della città sulle nostre maglie.
Negli anni scorsi siamo stati settimanalmente sui più grandi quotidiani sportivi nazionali come il “Corriere dello Sport” o “Tuttosport” ma mai che qualcuno, in Comune, si sia sentito in dovere di farci un elogio pubblico, un’attestazione di merito.
Non siamo professionisti, siamo dei volontari, i nostri ragazzi sono dilettanti e facciamo tutto questo per passione ma evidentemente il Comune è più interessato a chi fa soldi con lo sport che non ai volontari che non fanno le cose per lucro.
Nei quasi dieci anni della nostra esistenza, sono già 5 anni che disputiamo campionati di vertice, nel più o meno recente passato abbiamo avuto 3, e dico ben 3 campioni Italiani, sia nel maschile che nel femminile, siamo la società numero uno in Abruzzo per il tennistavolo e tra le prime 40 in Italia tra le oltre 600 affiliate presso la FITET, ma per allenarci abbiamo dovuto chiedere ospitalità ad un privato che molto generosamente ci ha messo a disposizione un locale perché per noi non c’è spazio in città.
Quando chiediamo per qualche manifestazione, anche importante, la disponibilità di una palestra, ci vengono chieste, dai diversi gestori a cui il Comune ha affidato le proprie strutture, cifre esorbitanti e non sostenibili da una Associazione come la nostra che non solo non ha sponsor ma neanche sostegni di alcun tipo, ad eccezione di quelli regionali per l’attività ordinaria, quelli che prendono tutti per intenderci, che poi consistono in poco più di 1000 euro annuali.
Stiamo seriamente riflettendo se spostarci in qualche Comune viciniore che da tempo ci corteggia e togliere il logo del Comune di Vasto dalle nostre divise.
Io stesso, per altro, sono l’unico Presidente residente a Vasto di una Federazione sportiva Regionale, sono membro del Consiglio del CONI Abruzzo, responsabile Fisdir Abruzzo per Il tennistavolo, membro della Commissione nazionale Federale per la revisione degli organismi sportivi, sono “Stella di Bronzo al merito sportivo” del CONI nazionale, mi chiamano a premiare o presiedere in moltissimi contesti sportivi di tutte le Provincie abruzzesi, solo a Vasto non sono mai stato chiamato in alcuna manifestazione sportiva Comunale, in nessun ambito nel quale si facesse o si parlasse di sport.
Recentemente siamo state tra le 2 società vastesi premiate dal Comitato Italiano Paralimpico Abruzzo per l’attività svolta in favore dei ragazzi meno fortunati.
L’indifferenza che questa Amministrazione ha mostrato da sempre per il nostro sodalizio è qualcosa che dispiace, ferisce e offende, perché intorno a noi c’è una grande e bella comunità che soffre per questa cosa, ci sono famiglie con i loro figli, normodotati o diversamente abili, ma tutte proiettate a vivere la nostra dimensione sportiva nel migliore dei modi, una comunità che però sa anche che, senza ne aiuti, ne riconoscimenti, questa bella favola non potrà durare a lungo e che, ad oggi, se dovessimo forzatamente produrre dei cambiamenti di status o di luogo, saprà chi ringraziare.
Da Presidente regionale FITET, in questi ultimi sei anni, ho avuto modo di presenziare a numerosi eventi sportivi, in moltissime località abruzzesi e non solo, e credo di non aver mai rilevato una situazione sportiva di grandissima criticità come quella riscontrabile a Vasto, dove solo alcune Associazioni “amiche” riescono ad ottenere tutto ciò che chiedono, in alcuni casi anche più di quanto consentibile, spesso attraverso “anomale forzature amministrative” e discutibili procedure ai limiti della legalità (e sulle quali probabilmente ci sarebbe stato anche da indagare o quantomeno procedere ad analisi che ne valutassero le condizioni di “Opportunità etico-politica”) e tutto questo senza che queste ASD (Vere o finte che siano) si siano conquistate alcun merito sul campo o addirittura, di così nuovissima costituzione tali da non aver neanche mai svolto ancora, alcuna attività.
Personalmente mi vergogno quando, con il nome di Vasto sul petto, devo rivolgermi ad altri Comuni per poter chiedere ospitalità e leggere la meraviglia e lo sconcerto sul volto dell’interlocutore del momento, lo stesso sconcerto che sempre più spesso mi è capitato di vedere sui volti dei nostri ragazzi e dei loro genitori quando riferisco loro che questa Amministrazione in realtà non ci vuole e non ci ha mai voluto.
Non ci rimane che ringraziare il Sindaco di Scerni Daniele Carlucci che, differentemente dal nostro Sindaco, ci ha concesso l’utilizzo gratuito della palestra comunale di via Santa Maria mostrando, per l’ennesima volta, attenzione nei nostri riguardi.
L’Amministrazione scernese ci ha sempre trattato con rispetto nonostante non ci chiamassimo “Tennistavolo Scerni” o non portassimo l’araldo del suo Comune sulle nostre maglie.
Ci dispiace soltanto per i vastesi che saranno costretti a subire l’ennesima onta di un altro progetto che si dirige verso altri luoghi ad ulteriore conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che questa Amministrazione Vastese, guidata da Francesco Menna, non è in grado ne di accogliere, ne di custodire.”