Continua la querelle sulla Villa Bontempi di Vasto. Il sindaco di Francesco Menna si è visto recapitare una denuncia presentata dai quattro giovani proprietari della villa confiscata dallo Stato nel 2011 poi restituita ai proprietari nel 2021 dalla Corte d’Appello dell’Aquila. Nella denuncia viene contestato al sindaco di non avere riconsegnato l’immobile nella sua originaria consistenza. Francesco Menna non ci sta e risponde con un’azione civile e una richiesta di chiarimenti ai ministri della Giustizia e dell’Interno e al procuratore nazionale antimafia.
LA DENUNCIA QUERELA. Mancato adempimento degli obblighi stabiliti dall’autorità giudiziaria e abuso d’ufficio. Sono queste le accuse rivolte dagli eredi della villa di via Bontempi. La Corte d’Appello dell’Aquila il 26 aprile 2021 ha disposto la revoca della confisca e ordinato la restituzione ai quattro giovani nella sua originaria consistenza. Ed è proprio questo il punto. Dalla villa manca l’arredamento: cucina, divani termocamino, camera da letto, accessori per i bagni e molto altro ancora. L’immobile inoltre è stato restituito in condizioni strutturalmente diverse. Sono spuntati fuori tramezzi, i bagni sono stati trasformati e sono stati realizzati dei corridoi. All’esterno è stato asportato un gazebo di 80 metri quadri.
LA PERIZIA. Il professor Stefano Moretti, consulente presso la procura e il tribunale di Benevento è stato incaricato dagli avvocati Fiorenzo Cieri, Stefano Bertoncini e Giuseppe La Rana, legali dei proprietari di eseguire una perizia all’interno dell’immobile, e ha quantificato danni pari a 300mila euro. Già nel giugno del 2021 gli avvocati avevano diffidato il Comune a riconsegnare tutto quello che mancava. A quella richiesta l’ufficio legale del Comune ha deciso di interpellare l’Agenzia nazionale dei beni confiscati e i giudici della Corte d’appello. I quattro giovani nel frattempo hanno avviato un ‘azione civile di risarcimento danni chiedendo anche la restituzione dei canoni di locazione percepiti dal Comune. All’azione civile si è aggiunta ora anche una denuncia penale. Il primo cittadino si dichiara sereno.
LA RISPOSTA DEL SINDACO. “Quella villa ci venne consegnata dall’Agenzia per i beni confiscati alla mafia. La stessa Agenzia sollecitò un bando per l’affidamento dell’immobile per fini sociali. Il bando venne vinto da una cooperativa. Il Comune nel frattempo sanò alcuni abusi riscontrati. Successivamente, nonostante una sentenza passata in giudicato, il tribunale dell’Aquila decise di riconsegnare la villa ai proprietari, nonostante fosse un bene confiscato alle mafie. A questo punto, dopo la denuncia penale scriverò una lettera, allegando il corposo fascicolo, a diverse autorità, compreso il ministro dell interno Matteo Piantedosi e il ministro di Giustizia, Carlo Nordio. Chiederò inoltre di essere ricevuto dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo per accendere un faro su questa vicenda sconcertante. E’ necessario scandagliare i fascicoli e i provvedimenti e capire se ci siano responsabilità amministrative”.
Paola Calvano