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A Chieti e Pescara a Natale 200 pasti per le persone in difficoltà, l’iniziativa della Comunità Giovanni XXIII per stare vicino a chi è solo

 

“Natale con i tuoi”, recita il famose proverbio. Sì ma chi una famiglia non ce l’ha? Le festività natalizie possono divenire il periodo dell’anno in cui la solitudine fa sentire maggiormente i suoi devastanti effetti.Lo sanno bene i volontari di don Benzi. Ogni settimana, lungo tutta la penisola, organizzano unità di strada per incontrare gli emarginati. Alcune per liberare le vittime di tratta per la prostituzione, altre per incontrare i senzatetto ed invitarli alla “Capanna di Betlemme”, le case della Comunità Papa Giovanni XXIII che danno ospitalità ai senza fissa dimora. Fu don Oreste Benzi a volerle chiamare come quella Capanna, rifugio improvvisato per Giuseppe e Maria che erano rimasti senza un tetto, dove duemila anni fa venne alla luce quel bambino che avrebbe salvato il mondo.

Per questa ragione i volontari della “Capanna di Betlemme” di Chieti hanno organizzato sia la cena della vigilia che il pranzo di Natale. Nel pomeriggio della vigilia i volontari andranno lungo le strade della città ad invitare le persone senza fissa dimora in “un luogo dove sentirsi in famiglia” come recita il biglietto d’invito. Poi alla sera presso la “Capanna di Betlemme”, in centro a Chieti, ci sarà il cenone. Alla fine non mancherà la tradizionale tombola con premi utili per chi vive sulla strada. L’iniziativa si chiama “Posso stare con te?” perché non si dà solo qualcosa, non solo si aiuta, ma anzitutto si vuole stare insieme. Come in una famiglia.Il giorno di Natale il pranzo sarà offerto non solo agli ospiti della casa di accoglienza di Chieti, ma sarà portato anche ai senzatetto della vicina Pescara e nelle case delle famiglie in difficoltà.

«Oltre al pranzo di Natale nella nostra struttura di accoglienza, abbiamo pensato anche alle tante famiglie in gravissime difficoltà economiche. Molti padri hanno perso il lavoro. Sono situazioni difficili perché un conto è aiutare una persona, un conto un intero nucleo familiare, la cui dignità deve essere preservata. Pensiamo ai tanti bimbi che vanno a scuola e devono mascherare il fatto che fanno fatica a mangiare a casa o ad avere vestiti decenti». Spiegano i volontari della Papa Giovanni.

«Molte famiglie cadute in povertà hanno la cucina rotta, altre avrebbero mangiato solo scatolette. – spiegano i volontari – A loro porteremo, con assoluto riserbo, i pasti completi, già impiattati da chef professionisti della città: un pranzo di natale coi fiocchi. Grazie alla generosità di tanti donatori abbiamo potuto preparare 200 pasti che consegneremo il giorno di Natale a tante famiglie che non avrebbero potuto preparare un vero pranzo».

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